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Sindrome di Tourette, la mostra di Alfredo Troise Dipingo per di[S]petto

Cos’è la Sindrome di Tourette?   La mostra Dipingo per di[S]petto dell’artista Alfredo Troise allestita a Villa Fernandes aiuta a comprenderla

di Maurizio Longhi

Immaginate di parlare con una persona che, tra una frase e l’altra, ci infila una parolaccia. O è squilibrata o affetta dalla Sindrome di Tourette.

Chi è affetto da questo disturbo ha un grado di intelligenza altissimo, quindi, è consapevole di ciò che fa ma non riesce a controllarlo. Le parolacce escono dalla bocca senza riuscire a neutralizzarle.

Bisognerebbe parlare di più di questa sindrome, anche per evitare incomprensioni o inutili indignazioni. Capita che chi ne è affetto venga accusato di maleducazione, di volgarità, di cafonaggine, e c’è chi non crede al fatto che quelle parolacce siano involontarie, vai a spiegarglielo…

Proviamo ad immedesimarci in una persona affetta dalla Sindrome di Tourette, detta anche di Mozart, sforziamoci di interpretarne i pensieri e le ansie, leggerne lo stato d’animo, capirne la paura di parlare per la consapevolezza che la persona che si ha di fronte inizierà a storcere la bocca. Eppure, chi soffre di questa sindrome, sviluppa delle potenzialità straordinarie, che possono deflagrare anche nell’arte, come è successo ad Alfredo Troise. Il suo disagio interiore lo esprime attraverso dei quadri sensazionali, tutti da interpretare, perché racchiudono un mondo, proprio quello di cui lui è portatore.

Lunedì 8 luglio, nella bellissima Villa Fernandes di Portici, è stata allestita la mostra di quadri Dipingo per di[S]petto realizzata dall’artista 43enne.

All’organizzazione dell’evento, ha contributo Paky Romano, il cui lavoro è proprio quello di promuovere eventi culturali. L’arte ha un potere travolgente e anche terapeutico, perché permette di dare forma concreta anche a dei disagi esistenziali.

Anche se non si avrà mai la controprova, può essere che senza questa sindrome, Alfredo Troise non avrebbe maturato questa capacità e questa sensibilità di dipingere quadri che impressionano per l’impatto che hanno sui visitatori. Sarà per il gioco di colori, per le figure rappresentate, per le parolacce che vengono trascritte così come vengono pronunciate, facendo di un dipinto quasi una estensione di sé, sta di fatto che si scopre un mondo che poi si vuole approfondire.

Quando si parla di disturbi, di qualunque natura siano, ci si chiede sempre quanto incidano sulla qualità della vita di una persona. Vivessimo in una società fatta di buonsenso, tutto sarebbe più facile, anche perché chi ha la Sindrome di Tourette non ha bisogno di commiserazione, ha dentro di sé tutto ciò che occorre per esprimere e condividere il proprio talento. Come ha fatto un certo Wolfgang Amadeus Mozart, un genio della musica classica, e come sta facendo, con le dovute proporzioni, Alfredo Troise, che alle note di un organo preferisce la tela e un pennello.

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Un pensiero su “Sindrome di Tourette, la mostra di Alfredo Troise Dipingo per di[S]petto

  • Bartolomeo Di Giovanni

    Articolo esaustivo, che esprime la simbiosi tra Natura di Sé e cultur, che si estende aldilà, come avrebbe detto Nietzsche, del “Bene e del Male”.
    Sì, non é un bene la Sindrome ma neanche un male, diventa quindi una forza propulsiva che dice quel Si Dionisiaco stemperato da una attenzione Apollinea.
    Saper coltivare un disagio tale da divenire una opera, é azione, che per quanto complessa, mette l’uomo di fronte alla vita cercando di tra-svalutare tutte le barriere precomprensive.
    Per comprendere l’arte troiseiana, é necessario il pretesto o il pregiudizio, sviscerarlo e quindi arrivare al testo e di conseguenza all’ars giudicante.

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