Napoliracconti

Sogno di una notte di mezzo inverno

di Francesco De Crescenzo

L’altra notte ho sognato. Era un sogno bello, di quelli che quando ti svegli ti dispiace che sia finito e che si sia trattato solo di un sogno.

Nel sogno io dormivo, poi mi sono svegliato e un piacevole senso di pace, di beatitudine mi ha pervaso, mentre provavo a farmi coraggio per alzarmi, cosa che accade sempre anche nella realtà. Ho sentito delle voci provenire dalla cucina, così, incuriosito, mi sono alzato.

Quello che ho visto mi ha lasciato di stucco, c’era Eduardo che preparava il caffè con la macchinetta napoletana e il cuppetiello sul becco per non far disperdere l’aroma. Poco più in la c’erano Totò e Peppino tutti presi da una discussione su un certo ragionier Casoria.

Ad un certo punto ho sentito la voce di Luca, che dalla sua camera urlava: «‘A zuppa ‘e latte! Si nun m’ ‘a purtate dint’ ‘o lietto non mi soso! »
Eduardo di rimando «E a chesto pienze! Sùsete e vieni a’ t’o piglia dint’ ‘a cucina ca nun tiene ‘e serviture, è capito? »

Poi nel mentre sono arrivati altri ospiti, Pino Daniele, Sergio Bruni, Roberto Murolo e Mario Abbate, sono entrati in cucina hanno salutato i presenti e hanno ripreso la discussione. Parlavano di musica, ovviamente, e discutevano su quale era la canzone più bella fatta a Napoli. Così hanno iniziato ad esibirsi, chiedendo ai presenti di fare da giudici. Ma anche Totò diceva la sua, vantandosi giustamente di Malafemmena, e Peppino, che di par suo è stato un modesto autore, non si è tirato indietro. Così rivolgendosi a me, mi hanno chiesto di fare da giudice.
Capirete il mio imbarazzo: come potevo io umile signor nessuno assurgere a cotanto onore? Ma vuoi o non vuoi ho dovuto dir di sì. L’esibizione canora si è tenuta su un bel terrazzo, con una vista stupenda, mozzafiato.Tutta Napoli era ai nostri piedi.

Nel mentre sono arrivati altri ospiti per assistere all’evento, e anche il numero dei contendenti è andato via via cescendo, si sono aggiunti Caruso, Viviani, Di Giacomo, Vincenzo De Crescenzo.

Dopo l’esibizione di Bruni con la sua Carmela, è stata la volta di Mario Abbate con una strepitosa Malafemmena, ma quando Murolo ha intonato Santa Lucia luntana allora mi è scesa la lacrimuccia…

Intanto c’è stato un simpatico siparietto: Luca, che nel frattempo si era alzato, ha recitato una lettera che ha scritto per la mamma, Donna Pupella. Lo zio Pasqualino lo sfotteva e lui in tutta risposta l’ha tolto dalla lista della salute…
Non vi dico il parapiglia, poi quando Pino ha iniziato Napul’è si sono calmati gli animi.

«Che bel sogno  – pensavo, perchè tanto lo sapevo che era un sogno – ma poi quando finiscono di cantare come faccio? Mi sveglio e risolvo!»

Intanto gli ospiti continuavano ad arrivare, Nino e Carlo Taranto, Pietro De Vico, Ugo D’Alessio, Carlo Pedersoli e Massimo Troisi a braccetto con Alighiero Noschese che imitava Carosone e cantava  ‘O Sarracino.

Mentre il festival volgeva al termine e si avvicinava per me il momento della verità, tutti questi immensi personaggi si sono uniti in coro esibendosi in una versione celestiale di ‘O surdato nnammurato.

Poi Eduardo si è avvicinato e mi ha detto: «Francè scétate, song’ ‘e nnove! »

Chi ha vinto? Tutti, perchè questi illustri personaggi hanno rappresentato e rappresentano la napoletanità, ossia lo spirito più puro di Napoli nel mondo e Napoli si sa, nel cuore di noi tutti vince sempre.

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