Società

Succede a Portici

Peregrinatio Mariae o Madonna pellegrina: accolto solennemente a Portici il simulacro della Madonna di Fatima

di Stanislao Scognamiglio

Il 26 aprile 1959, per i cattolici porticesi è tra le date fatidiche rientranti negli avvenimenti più cari della loro esistenza di credenti.

A  Catania, per il successivo 13 settembre 1959, dai vescovi italiani è stato programmato il XVI Congresso eucaristico nazionale.

A coronamento di tetto evento si terrà la Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria.

In preparazione dello straordinario evento, ricordando che nel «… messaggio di Fatima cogliamo sempre l’appello ad una conversione che riguarda gli stessi avvenimenti storici, per orientarli verso esiti di bene, di pace e di giustizia», sotto la guida dei zelanti pastori si tiene la Peregrinatio Mariae.

La Peregrinatio Mariae  o la Madonna pellegrina, è la tradizione cattolica di far viaggiare un’effigie mariana lungo un itinerario che tocca varie località di un territorio.

Tale «… consuetudine possiede per i credenti un significato di missione e si accompagna alla predicazione evangelica e alla celebrazione dei sacramenti, allo scopo di ottenere la conversione degli uomini per intercessione di Maria».

La Peregrinatio nazionale, che si snoda lungo la penisola italiana, toccando ben 107 località e 92 capoluoghi di provincia, porta il simulacro della Madonna di Fatima nella cittadina vesuviana.

La città di Portici è una delle molte tappe.

Nel pomeriggio di domenica 26 aprile di sessant’anni fa, autorità cittadine, sacerdoti diocesani e regolari,  religiosi e religiose, popolo fedele porticese, si sono riversati in piazza San Ciro per «… accogliere solennemente il simulacro della Madonna di Fatima».

Arrivato da Napoli, intorno alle 17.30, la sacra statua della beata Vergine Maria, sosta in piazza.

Dopo il riverente omaggio con l’offerta dell’incenso e la recita del Santo Rosario e dell’atto di consacrazione a Maria, viene impartita la solenne benedizione.

Alle 18 circa, collocato sua una vettura tra un tripudio di fiori, il simulacro riprende il suo viaggio.

Scortato da un drappello di vigili urbani, salutato da uno sventolio di candidi fazzoletti e accompagnato dal suono delle campane a distesa e da uno scrosciante battimani, si appresta a lasciare Portici.

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