Cultura

Testimonianze massoniche ed esoteriche porticesi

La storia della massoneria a Napoli e le testimonianze a Portici in un seminario proposto dell’Associazione MI.MA.R.T.S.

di Stanislao Scognamiglio

PORTICI (NAPOLI) – Testimonianze massoniche ed esoteriche nella cittadina vesuviana, questo il tema trattato giovedì 30 giugno alla libreria Libridine da Teodoro, per tutti Teo, Reale.

Il seminario, dal titolo Una villa esoterica a Portici, tenuto nel novero delle attività culturali indette dall’Associazione MI.MA.R.T.S. al fine di promuovere e sollecitare la conoscenza del territorio, è stato coordinato e presieduto da Umberto Mezza, presidente del sodalizio.

Dopo un succinto excursus sulla nascita e sulla storia delle massoneria a Napoli, il relatore ha evidenziato la presenza di logge massoniche nel Regno di Napoli sin dai primi anni dell’avvento al trono di Carlo di Borbone. Qui, nonostante l’editto promulgato il 10 luglio dal Borbone che proibiva la Libera Muratorìa, successivo alla pubblicazione della bolla emanata il 28 maggio 1751 dal pontefice Benedetto XIV che ribadiva la condanna pontificia, la Massoneria nel Regno si rafforza e prolifica. Inevitabilmente si hanno logge operanti anche a Portici, dove i loro adepti sono protagonisti di episodi degni di essere poi citati nei testi di storia locale:

  • una loggia, guidata da Tommaso Peyrol, insegnante di francese presso il Corpo dei Cadetti, operava all’interno del battaglione Real Ferdinando di stanza a Portici;
  • nel corso di una riunione tenuta in uno scantinato di una villa nell’attuale via Marconi, viene scoperto e arrestato il dotto calabrese Pasquale Baffi, professore di lingua e letteratura greca al collegio militare della Nunziatella;
  • in una riunione presieduta da Carlo Lauberg, svoltasi nella villa dei fratelli Vincenzo e Domenico Manna a Croce del Lagno, veniva progettato il rapimento del sovrano Ferdinando IV di Borbone mentre era a portici per fargli concedere la costituzione
  • i fratelli porticesi Vincenzo e Domenico Manna, fondatori della loggia massonica di Croce del Lagno, accusati di cospirazione, vengono arrestati dalla polizia borbonica.

In questo particolare contesto, dall’avvocato Vincenzo Maria di Lecce venne fatta costruire la villa nella zona alta di Portici, poi detta Bellavista. Eretta su progetto dell’architetto Ignazio Cuomo tra il 1748 e il 1752, nel tempo, la villa è stata prima proprietà dei principi Orsini Gravina e poi dei padri Scolopi che hanno danno vita all’Istituto Landriani.

La villa, su ordine esplicito del committente, presenta nella volta dell’androne decorazioni a stucco che richiamano alla mente simboli massonici, esoterici e numerici come l’ottagono e il quadrato, e nel frontespizio del palazzo la finestra ottagonale sovrastante il balcone cieco.

Anche la facciata dell’annessa cappella mostra numerosi segni dell’inequivocabile appartenenza del di Lecce alla Massoneria come colonne e pinnacoli.

La relazione esposta sulle numerose testimonianze sarà fondamento di un opuscolo di prossima pubblicazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *