Culturaracconti

The day after

Il nostro autore si sofferma sul primo giorno di gennaio 2021, il day after dell’ultimo anno infausto appena passato… 

di Giovanni Renella

La città stentava a riprendersi da un’apnea durata troppo a lungo.

Sembrava dovesse ancora smaltire i postumi di una solenne ubriacatura, come testimoniavano le patetiche foto ammiccanti ancora affisse sui cartelloni lungo le strade.

Gran parte degli aspiranti, a quel fugace quanto effimero traguardo, era stata scollegata dalla realtà e non aveva fatto altro che contare e ricontare le persone incontrate negli ultimi tempi.

Le cifre, potenza dell’autosuggestione, avevano subito una oscillazione fra le decine e le centinaia, come se nulla fosse.

Solo in pochi erano riusciti a non perdere la calma e a restare lucidi, anche nell’analisi dei conteggi.

Quasi tutti, però,  avevano provato l’ebrezza di un orgasmo che soltanto quell’esperienza riusciva a dare.

Alla ricerca spasmodica del consenso, gli inesperti si erano lasciati prendere la mano ed  avevano promesso mari e monti.

I più avveduti si erano limitati a ricalcare l’ipse dixit del leader, riproponendolo in ogni salsa.

I veterani, infine, erano riusciti a stabilire una tale empatia simbiotica con i propri interlocutori da anticiparne addirittura le parole, se non il pensiero: una tecnica che non poteva improvvisarsi, ma che necessitava di svariati lustri di apprendimento ed esercizio e che, in genere, era appannaggio di pochi eletti.

Tanti, troppi, avevano propinato ricette salvifiche di cui non conoscevano neanche gli ingredienti, se non per sentito dire. Ma avevano allestito il proprio quartier generale in locali su fronte strada e ciò li faceva sentire autorizzati a diffondere il verbo, ignorandone però la sintassi.

The day after, ora che il rito si era compiuto, centinaia di uomini e donne si ritiravano a casa, fra manifesti strappati e migliaia di volantini sparsi per le strade, con in bocca il sapore amaro di quella che vivevano come una sconfitta personale.

E poco importava se la propria coalizione avesse vinto o perso o se il loro candidato sindaco fosse stato eletto per poter attuare quel programma così strenuamente sostenuto fino a poche ore prima: adesso, restava solo la delusione per la mancata elezione nell’agognato consiglio comunale.

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