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Un dono a Capodimonte

NAPOLI – La sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte si arricchisce di una nuova opera dell’artista napoletano Umberto Manzo: Senza Titolo, 2016 sarà presentata al pubblico sabato 3 marzo  alle 11.30 dal direttore Sylvain Bellenger, dall’artista, dalla gallerista Laura Trisorio, dalla presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e del museo MADRE Laura Valente e dal direttore del museo MADRE Andrea Viliani.

Un’opera di grandi dimensioni (280×220) che Manzo ha voluto donare a Capodimonte seguendo la scia di altri grandi esponenti dell’arte contemporanea come Alberto Burri, Jannis Kounellis, Louise Bourgeois, Mimmo Jodice, Mimmo Paladino. A partire dagli anni ‘80 le mostre degli artisti contemporanei al Museo di Capodimonte sono state organizzate con la preziosa collaborazione di vari galleristi privati:  Lucio AmelioPeppe Morra, Lia Rumma, Lucia e Laura Trisorio, Alfonso Artiaco e soprattutto con gli Incontri Internazionali d’Arte di Graziella Lonardi Bontempo a cui è dedicata la sezione.

Umberto Manzo

Così Umberto Manzo: «L’opera è un polittico di nove elementi realizzato con tecnica mista su carta e tela, legno, ferro, vetro e rappresenta la testa di Afrodite. Come tutti i miei lavori, vuole essere una sintesi tra arte antica e contemporanea, con un chiaro riferimento anche a Napoli, città stratificata per eccellenza, un tentativo per dire che l’arte è una sola, senza distinzioni temporali”. “Ho voluto donare quest’opera a Capodimonte – continua l’artista – perché credo che sia particolarmente indicata per un museo che racchiude tutta la storia dell’arte, dal ‘300 ai giorni nostri, con una grande apertura verso il contemporaneo. E’ un grande onore e un importante riconoscimento per me, come per ogni artista, avere una propria opera nella sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte, accanto a maestri come Burri, Paladino, Warhol, Kounellis e Mimmo Jodice».

Fin dagli anni Ottanta il lavoro dell’artista partenopeo è caratterizzato da un percorso che l’ha portato a confrontarsi con tecniche e materiali eterogenei quali l’emulsione fotografica, la grafite, la pittura a olio, i colori e le colle vegetali, fino ad elaborare un proprio linguaggio originale.Nelle opere più recenti l’artista sperimenta nuove soluzioni formali per realizzare i suoi archivi della memoria, continua a stratificare i suoi disegni e li colloca nello spessore del telaio creando poi tagli multiformi, sagome di erme classiche o profili di volti, attraverso i quali riemergono le carte con infinite narrazioni. Come nei suoi primo lavori il corpo resta la sua cifra stilistica riconoscibile e diventa unità di misura dello spazio e del tempo nell’opera-archivio. L’artista scruta oltre la superficie, alla ricerca di molteplici significati, di un ordine nuovo che indaga anche i possibili riferimenti alle architetture classiche.

Una mostra personale dell’artista è in corso fino al 7 aprile  allo Studio Trisorio in via Riviera di Chiaia.

Inoltre, nel mese di giugno un’altra opera di Manzo sarà donata dall’artista alla collezione del MADRE, il museo d’arte contemporanea della Regione Campania, e presentata nell’ambito del progetto Per_formare una collezione: per un archivio dell’arte in Campania.

(Foto di copertina: Senza titolo, 2016 by Umberto Manzo, per gentile concessione dello Studio Trisorio)

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