Società

Una porticese ad Auschwitz

di Stanislao Scognamiglio

Piera Sonnino nasce a Portici l’11 febbraio 1922, da Ettore Sonnino e Giorgina Milani. Quarta di sei figli – Paolo, Roberto, Maria Luisa, Bice, Giorgio – Piera è nata in una famiglia benestante napoletana di fede ebraica.

Da Napoli, con la famiglia, Piera si trasferisce prima a Milano e, quindi nel 1934 a Genova.

Con l’attuazione della legge sulla repressione razziale del 18 settembre 1938 Piera e i familiari devono far fronte ai conseguenti ostacoli e discriminazioni sia nel lavoro che nella scuola. Subiscono, infatti, la disoccupazione forzosa, l’indigenza economica, l’abbandono degli studi.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, per sfuggire ai continui bombardamenti, con la famiglia, Piera sposta la sua residenza a Chiavari.

In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 e alla successiva occupazione tedesca del Nord Italia, i nazisti danno inizio alle deportazioni degli Ebrei.

Da Chiavari, intimorita da quanto sta avvenendo, nell’inverno 1943-1944,  la famiglia Sonnino si trasferisce a Pietranera di Rovegno, un piccolo villaggio della montagna ligure.

Riconosciuti come Ebrei dai carabinieri del posto, tutta la famiglia è costretta a ripartire e a cercare riparo a Genova. Qui, nella giornata del 12 ottobre del 1944, traditi da un delatore, subisce l’arresto dalla polizia fascista italiana.

Piera, detenuta nel carcere di Marassi, su richiesta della Gestapo, la polizia segreta tedesca, viene tradotta al campo di transito nazista di Bolzano. Dopo un breve internamento nel lager bolzanino, con tutti i familiari, Piera viene poi deportata ad Auschwitz, in Polonia.

Scesa dall’affollato treno, attraversato il piazzale fangoso, viene divisa dai genitori e dai tre fratelli. Rimasta sola con le due sorelle, Piera viene avviata alla baracca per la registrazione.

Nel campo di concentramento nazista, Piera è stata schedata e generalizzata con il triangolo giallo, segno distintivo degli Ebrei. Quale detenuta, sul polso le è stato impresso a fuoco il numero identificativo A-26699.

Durante l’agosto 1944, con circa 8.000 donne prigioniere di diverse nazionalità, da Auschwitz Piera viene trasferita nella Bassa Sassonia. Ancora insieme alle due sorelle, è prigioniera prima nel campo di internamento di Bergen-Belsen e, infine, in quello di Braunschweig.

Sopravvissuta a tutti i suoi cari, Piera viene liberata nel maggio del 1945 dai soldati delle truppe alleate. Stremata nel fisico e piegata nel morale dalla tragica esperienza vissuta dalla sua famiglia nei campi di concentramento tedeschi, lascia la Germania.

Da Amburgo, rientrata in Italia nel settembre del 194, riprende faticosamente a vivere «… anni di completa abulia, vissuti passivamente, compresi in una solitudine senza fine». Soggiorna a Merano, Loano, e a Codivilla di Cortina. Dopo, una lunga degenza in clinica, nel settembre del 1950 Piera fa ritorno a Genova.

Nella città della Lanterna, nel 1954, sposa Antonio Gaetano Parodi, giornalista di L’Unità e scrittore e, con il marito milita nel Partito Comunista Italiano. Dal matrimonio nascono due figlie: Bice nata nel 1954 e Maria Luisa nel 1959. Ha imposto alle sue figlie, i nomi di Bice e Maria Luisa, in ricordo delle sventurate amate sorelle.

Unica scampata all’orrenda tragedia che si è abbattuta sugli otto componenti della sua famiglia, emersa, Piera ricorda il fango di Auschwitz: «Non pareva terra e acqua: ma qualcosa di organico che fosse andato in decomposizione, carne putrefatta divenuta liquame. Ma aveva una sua presenza. Come se dalla morte fosse verminata una mostruosa forma di vita».

Il 20 luglio 1960, in un diario intitolato La notte di Auschwitz, Piera, racconta la sua esperienza. In sessanta pagine dattiloscritte, raccoglie i ricordi della inimmaginabile e terrificante vicenda di sopravvissuta alla deportazione, alla detenzione nel lager tedesco, nonché quella di rediviva all’Olocausto.

Lo aveva scritto «… perché a nessuna famiglia della terra tocchi più la lunga notte di Auschwitz, sua, del suo popolo e di tutti i popoli europei». Il memoriale vuol essere una testimonianza privata per le proprie figlie.

 

Nel 1995, per la prima volta, Piera racconta la sua inenarrabile avventura. La sua testimonianza orale, raccolta da Chiara Bricanelli, è inserita nel volume Una gioventù offesa. Ebrei genovesi ricordano, pubblicato a Firenze dalla Casa Editrice Giuntina.

Il 23 febbraio 1998, Piera accetta di farsi intervistare dai curatori del progetto Survivors of the Shoah. Voluto dal regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense Steven Spielberg, il progetto nasce con il fine di registrare e catalogare su supporto audio-video le testimonianze dei sopravvissuti e dei testimoni dell’olocausto.

Nel corso dell’intervista, Piera ripercorre la sua storia con precisione, cercando nella memoria parole, nomi ed eventi.

Piera, muore a Genova, l’11 maggio 1999.

Sonnino

I piccoli Sonnino, fotografati sulla spiaggia, nell’estate del 1926. Da sinistra: Paolo, Maria Luisa, Giorgio, Roberto, Bice, Piera

Dopo quattro anni dalla sua morte, tirato coraggiosamente fuori dal cassetto dove è custodito gelosamente dalla figlia Maria Luisa il memoriale di Piera viene reso di pubblico dominio.

Ciò avviene il 23 gennaio 2003 con l’uscita di un numero speciale della rivista Diario, pubblicata a Milano dalla omonima Casa Editrice e, distribuito come inserto settimanale allegato al quotidiano L’Unità.

Nel corso dell’anno 2004, a cura della figlia Maria Luisa Parodi, con la prefazione firmata da Enrico Deaglio, viene pubblicato Mi chiamo Piera…, l’inedito diario scritto da Piera.

Perché siano sempre vivi il ritorno, il dolore del ricordo, la necessità della Memoria, edito da il Saggiatore, viene realizzato il volume Questo è stato Una famiglia italiana nei lager. Al testo originario, arricchito dalle foto della famiglia Sonnino, segue una breve appendice a carattere storico di Giacomo Papi

Nel 2006 esce la versione inglese, curata da Macmillan. Tale è l’interesse dalla critica americana da essere nominato dal Jewish Book Council finalista del National Jewish Book Awards. Nel 2008, il volume vede la sua edizione francese.

Prospetto dello stato di famiglia Sonnino:

  • Ettore Sonnino, figlio di Giuseppe Sonnino e Ester Di Cave: Napoli, 17 aprile 1880 – Auschwitz-Birkenau, 20 ottobre 1944.
  • Giorgina Milani, figlia di Davide Milani e Sofia Del Monte: Roma, 20 marzo 1886 – Auschwitz-Birkenau, 20 ottobre 1944.
  • Paolo Sonnino, figlio di Ettore Sannino e Giorgina Milani: Napoli 8 gennaio 1917 – Auschwitz, .. novembre 1944.
  • Roberto Sonnino, figlio di Ettore Sannino e Giorgina Milani: Napoli il 5 giugno 1918 – Auschwitz, .. novembre 1944.
  • Maria Luisa Sonnino, figlia di Ettore Sannino e Giorgina Milani: Napoli il 5 ottobre 1920 – Flossenburg, 20 marzo 1945.
  • Piera Sonnino, figlia di Ettore Sonnino e Giorgina Milani è nata in Italia a Portici l’ 11 febbraio 1922.
  • Bice Sonnino, figlia di Ettore Sannino e Giorgina Milani: Milano il 16 giugno 1923 – Braunschweig, 16 gennaio 1945.
  • Giorgio Sonnino, figlio di Ettore Sannino e Giorgina Milani: Milano il 9 luglio 1925 – Auschwitz, .. novembre 1944.

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Riportiamo i nominativi di altri cittadini italiani di fede ebraica nati a Napoli. Rastrellati nelle diverse località del Centro-Nord d’Italia, dove vivono pacifici e inermi, sono stati deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia. Uomini e donne: vecchi, giovani, adolescenti, neonati, tutti non sopravvissuti alla Shoah.

Emilio Alhaique, figlio di Aldo Alhaique e Stefania Luzzato, nato il 27 gennaio 1905. Arrestato a Milano.

Mario Colombo, figlio di Fortunato Colombo e Ernesta Misan, nato il 21 agosto 1883. Coniugato con Virginia David. Arrestato a Diano Marina (Imperia).

Sergio De Simone, figlio di Edoardo De Simone e Gisella Perlow, nato il 29 novembre 1937.Arrestato a Fiume (Fiume).

Luigi Del Monte, figlio di Alfredo Del Monte e Fortunata Ascarelli, nato il 24 giugno 1897. Coniugato con Anna Levi. Arrestato a Moltrasio (Como).

Renato Levi, figlio di Massimo Levi e Fanny Cammeo, nato il 4 agosto 1898.

Arrestato a Milano.

Luciana Pacifici, figlia di Loris Pacifici e Elda Procaccia, nata il 28 maggio 1943.

Arrestata a Cerasomma (Lucca).

Adriana Piperno, figlia di Tranquillo Mario Piperno e Ida Consarelli, nata il 28 gennaio 1914. Coniugata con Aldo Astrologo. Arrestata a Roma.

Anna Piperno, figlia di Tranquillo Mario Piperno e Ida Consarelli, nata il 4 aprile 1910. Arrestata a Roma.

Elena Piperno, figlia di Tranquillo Mario Piperno e Ida Consarelli, nata il 27 aprile 1921. Arrestata a Roma.

Fernanda Piperno, figlia di Tranquillo Mario Piperno e Ida Consarelli, nata il 28 settembre 1908.Arrestata a Roma.

Tranquillo Mario Piperno, figlio di Alfredo Piperno e Adelaide Castelnuovo, nato il 17 settembre 1883. Coniugato con Ida Consarelli. Arrestato a Roma.

Elda Procaccia, figlia di Amedeo Procaccia e Jole Benedetti, nata il 7 maggio 1919.

Coniugata con Loris Pacifici. Arrestata a Cerasomma (Lucca).

Paolo Procaccia, figlio di Aldo Procaccia e Milena Modigliani, nato il 3 gennaio 1943. Arrestato a Cerasomma (Lucca).

Albertina Reutlinger, figlia di Maurizio Reutlinger e Anna Munster, nata il 24 agosto 1872. Arrestata a Finale Ligure (Savona).

Paola Rosati, figlia di Eugenio Rosati e Virginia Treves, nata il 23 febbraio 1902.

Arrestata a Roma.

Franco Sacerdoti, figlio di Guido Sacerdoti e Albertina Campagnano, nato il 14 gennaio 1919. Coniugato con Nuccia Treves. Arrestato a Lanzo (Torino).

Enrica Tagliacozzo, figlia di Alberto Tagliacozzo e Fortunata Di Nola, nata il 7 giugno 1868. Coniugata con Giacomo Veneziani. Arrestata a Roma.

Luciano Treves, figlio di Jona Leone Treves e Venturina Colomba Foa, nato il 28 settembre 1920.Arrestato a Torino. Deportato per motivi politici nel campo di concentramento di Mauthausen. Non è sopravvissuto.

2 pensieri riguardo “Una porticese ad Auschwitz

  • Livio Andrea bari

    oggi 10 novembre 2018 è stata intitolata a Piera Sonnino la scalinata da Via F.Casoni a Via Terralba a Genova nel quartiere di San Fruttuoso per iniziativa di ANPI, centro culturale Terralba, coord.donne CGIL,SPI CGIL Bassa Valbisagno.

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  • stanislao

    Egregio Signor Livio Andrea Bari
    la ringraziamo per la cortese segnalazione.
    altresì, le comunichiamo che la utilizzeremo in un evenrtale prossimo lavoro.
    Cordialmente

    Rispondi

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