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Una targa come divieto di sosta

Il nostro autore ci segnala una targa di fine ‘700 che testimonia che in quell’epoca già veniva regolato il traffico veicolare 

di Lucio Sandon

La cittadinanza partenopea è sempre stata per così dire, un po’ indisciplinata, per quanto riguarda la circolazione stradale e la sosta dei veicoli. All’epoca dei Borbone, le autorità avevano già il loro bel da fare per regolare il traffico, tanto che qualche magistrato dovette inventarsi il primo cartello di divieto di sosta al mondo.

All’ingresso di Port’Alba, lato piazza Bellini, è posta una targa del 1796 che servì a portare a conoscenza della cittadinanza, che qualora si fossero ancora messi in loco venditori ambulanti, ostruendo il passaggio delle carrozze e dei pedoni, questi sarebbero stati puniti con ammende. Per la prima volta al mondo viene istituito un divieto di sosta, punibile mediante il pagamento di una multa in denaro, anziché con punizioni corporali.

La targa recita le seguenti parole:

Bando da parte degli ecc.mi signori deputati del tribunale della fortificazione ed acqua di questa fedelissima città convenendo al comodo e buon servizio pubblico che l’atrio di porta suscella sia sgombro e sbarazzato affatto di tal che sia sempre libero il passaggio dé cittadini delle carrozze, e delle altre vetture. perciò avendo avuta notizia ch’esso atrio continuamente venga ingombrato da venditori de commestibili, quindi ci è paruto di fare il presente bando col quale ordiniamo a tutte e qualsivoglia persone che non ardiscano da oggi in avanti tenere nel suddetto atrio posti, sporte ed altri simili imbarazzi, sotto pena di dvcati da esigersi irremisibilmente da controventori ed acciò l’ordine venga a notizia di tutti, né possa allegarsi causa di ignoranza, vogliamo che il presente nostro bando si pubblichi in o’ luogo, e poi si affigga in s. Lorenzo li 19 gennaio 1796. Li deputati del tribunale della fortificazione mattonata, ed acqua di questa fedelissima città

il duca di Bagnoli
Vincenzo Spinelli
Giuseppe Serra
Gio Lonardo Mascia

Di fronte alla targa, vi è l’Antica Pizzeria Port’Alba, sorta nel 1738 e anch’essa la prima nel mondo.

 

Lo scrittore Lucio Sandon è nato a Padova nel 1956. Trasferitosi a Napoli da bambino, si è laureato in Medicina Veterinaria alla Federico II, aprendo poi una sua clinica per piccoli animali alle falde del Vesuvio.

Notevole è il suo penultimo romanzo, “La Macchina Anatomica”, Graus Editore, un thriller ambientato a Portici, vincitore di “Viaggio Libero” 2019. Ha già pubblicato il romanzo “Il Trentottesimo Elefante”; due raccolte di racconti con protagonisti cani e gatti: “Animal Garden” e “Vesuvio Felix”, e una raccolta di racconti comici: “Il Libro del Bestiario veterinario”. Il racconto “Cuore di figlio”, tratto dal suo ultimo romanzo “Cuore di ragno”, ha ottenuto il riconoscimento della Giuria intitolato a “Marcello Ilardi” al Premio Nazionale di Narrativa Velletri Libris 2019. Il romanzo “Cuore di ragno” è risultato vincitore ex-aequo al Premio Nazionale Letterario Città di Grosseto Cuori sui generis” 2019.

Sempre nel 2019,  il racconto “Nome e Cognome: Ponzio Pilato” ha meritatola Segnalazione Speciale della Giuria  nella sezione Racconti storici al Premio Letterario Nazionale Città di Ascoli Piceno, mentre il racconto “Cuore di ragno” ha ricevuto la Menzione di Merito nella sezione Racconto breve al Premio Letterario Internazionale Voci – Città di Roma. Inoltre, il racconto “Interrogazione di Storia”  è risultato vincitore per la Sezione Narrativa/Autori al Premio Letizia Isaia 2109.

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