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Calcio Femminile, il presidente Beato racconta i successi della Dream Team 2.0

di Maurizio Longhi

«Complimenti da tutto il Prater Club Napoli per la splendida vittoria nel campionato di Eccellenza, avete dimostrato che con il lavoro di squadra, la serietà e l’impegno si possono raggiungere grandi traguardi Complimenti ancora!»: si può leggere questo testo sulla pagina Facebook ufficiale del Dream Team 2.0, squadra di calcio femminile che ha brindato al salto in serie C.

Un grande messaggio di stile e sportività arriva dal calcio femminile, dove una antagonista si è complimentata con chi ha trionfato. Senza polemiche, senza rancori, solo onore al merito.

Dream Team 2.0 e Prater Club Napoli si affronteranno proprio domenica prossima allo Scalzone di Casal di Principe, nella finalissima della Coppa Campania: chi vince, oltre ad arricchire la propria bacheca, accederà alla fase nazionale.

Il Dream Team 2.0 ha già vinto il campionato con due giornate d’anticipo, un girone del quale faceva parte proprio il Prater insieme ad altre compagini di grande blasone come Benevento, Salernitana e Nocerina. Ma la fuoriserie allenata da mister Elio Aielli è stata una schiacciasassi dalla prima all’ultima giornata, mantenendo l’imbattibilità con la leadership che non ha mai vacillato. È arrivata una promozione meritatissima per queste ragazze che si sono fatte valere in ogni partita e non vogliono fermarsi qui, perché domenica faranno di tutto per conquistare il Double e rendere leggendaria una annata che già può essere definita vincente.

Si parla poco del calcio femminile, ma è un mondo tutto da scoprire e che sa regalare emozioni inenarrabili. C’è talento, agonismo, entusiasmo, voglia di emergere. Del calcio maschile se ne parla tanto, forse troppo … LoSpeakersCorner prova ad aprire una finestra su quello femminile e scopre un universo meraviglioso.

Domenico Beato

Il Dream Team 2.0 ha polverizzato la concorrenza nel campionato di Eccellenza, una rima baciata per una vera corazzata. Il presidente del club partenopeo, Domenico Beato, ci racconta in esclusiva cosa, secondo la sua visione, bisognerebbe fare per far crescere il calcio femminile: «C’è bisogno di una maggiore visibilità, c’è da dire che negli ultimi tempi si sta sviluppando più attenzione ma c’è ancora tanto da fare. Ho notato che da Roma in su è diverso, qui in Campania c’è ancora tanto lavoro da fare sul calcio femminile anche se le iniziative realizzate negli ultimi tempi mi lasciano ben sperare. Noi non abbiamo fondi, ci sosteniamo con le nostre forze e grazie al supporto indispensabile degli sponsor, senza i quali non riusciremo a sopravvivere. Le spese sono tante, per l’iscrizione, per i tesseramenti, poi se si approda in una categoria superiore, come è successo a noi, i costi aumentano ulteriormente. L’anno prossimo si alzerà il livello della competizione, avremo bisogno di rinforzare la squadra e poi avremo trasferte extraregionali, dovremmo moltiplicare gli sforzi di natura economica. Noi facciamo di tutto per valorizzare i talenti della nostra terra: come Dream Team 2.0 abbiamo organizzato un raduno, tenutosi a Casola, alla presenza di dirigenti del Sassuolo che hanno potuto visionare 80 ragazze. La società emiliana è rimasta così entusiasta della nostra iniziativa che ha convocato due nostre calciatrici per sostenere due giorni di allenamenti con la prima squadra del Sassuolo Femminile

Siamo curiosi di chiedere al presidente Beato di raccontarci come è nata la sua passione per il calcio femminile, ne viene fuori una narrazione emozionante che va di pari passo con la storia del Dream Team 2.0: «Le mie due figlie, all’età di 8 anni, hanno iniziato ad appassionarsi al calcio. Ammetto che la cosa mi lasciava anche un po’ perplesso, ma loro avevano le idee sin troppo chiare: volevano giocare al calcio. Così le ho iscritte alla scuola calcio maschile del Landriani, dove hanno giocato dai 10 ai 14 anni, poi la regola impone che, dopo i 14 anni, le femmine non possono più giocare insieme ai maschi. Una squadra di calcio femminile c’era al Centro Ester, dove iscrissi le mie figlie. Le seguivo costantemente, tant’è che mi proposero di entrare nella dirigenza. Accettai di buon grado e capitava spesso che rappresentassi io la società. Poi, come succede spesso, i cicli si esauriscono, conobbi la presidenza del Napoli Dream Team, si creò subito una intesa con quelle persone e le mie figlie iniziarono questa nuova avventura. Arrivammo addirittura in serie B, poi il presidente evidenziò un problema: i costi erano esorbitanti, così ci fu una fusione con il Carpisa e nacque il Napoli Femminile. Lungo il percorso, si verificarono i problemi che avevo immaginato, la goccia che fece traboccare il vaso fu l’esonero di mister Aielli, che spinse anche me a dare le dimissioni. Da quell’esperienza dall’epilogo poco felice, è nata la neonata Dream Team 2.0. Siamo ripartiti da zero, mi ha fatto piacere che abbiano scelto me come presidente e, al nostro primo campionato, abbiamo ottenuto la promozione dall’Eccellenza alla serie C. I risultati arrivano se ci sono passione, entusiasmo e valori sani

Il calcio femminile può diventare una passione di cui non si riesce più a fare a meno, proprio come è successo al presidente Beato. Era partito accompagnando le figlie, ritrovandosi poi alla presidenza di un club che si sta contraddistinguendo per serietà e mentalità vincente. C’è bisogno di una sensibilità maggiore verso un calcio in cui si riscontra una professionalità esemplare.

«Il calcio femminile mi ha catturato, ma ci sono dinamiche che non vanno ignorate. È un calcio in cui prevale soprattutto la passione dei presidenti e dei dirigenti dei vari club, qualora dovesse venire a mancare, si rischierebbe una implosione. Mi chiedo fino a quando i presidenti saranno disposti ad autofinanziarsi finendo sempre con il rimetterci di tasca propria? Sarebbe auspicabile un maggiore contributo da parte di qualche organo in modo che le società possano godere di risorse importanti per la propria sopravvivenza. Ciò che auspico, per un futuro non tanto lontano, è che alle partite ci sia una maggiore presenza di pubblico, non per fare cassa visto che gli ingressi gratuiti, ma per far crescere l’interesse intorno a queste calciatrici. Vengono ad assistere alle partite genitori, parenti, amici, mi piacerebbe che ci fosse qualche appassionato in più, qualche emittente locale. Sarebbe una grandissima soddisfazione

Il Delfino ha ancora fame, questa squadra è arrivata al primo traguardo ma ha già posto lo sguardo verso nuovi orizzonti, il primo è la conquista della Coppa Campania.

Pare che ci sia la volontà di dare maggiore spazio al calcio femminile, l’ha fatto anche Sky che ha trasmesso Juventus-Fiorentina in un Allianz Stadium tutto esaurito. Uno spot di grande richiamo mediatico.

Ci piace immaginare che con più frequenza si possano raccontare di queste calciatrici una grande prodezza e prestazioni di grande autorevolezza. L’ordine di un sistema di gioco, lo spazio per una verticalizzazione, il pathos di un calcio di rigore. Undici metri e un tacco da dodici.

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