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Edoardo Bennato è ‘a Museca

Nella Smorfia il 55 è la musica, ma anche un civico di viale Augusto… A Portici 55 è Edoardo Bennato in concerto al Mozartbox

di Tonia Ferraro

PORTICI (NA) – Nell’area della Pallacorda del Bosco soprano della Reggia borbonica, sede del Dipartimento di Agraria dell’Ateneo Federico II, venerdì 27 settembre si è tenuto il concerto Edoardo Bennato feat Quartetto Flegreo & Edoardo Bennato Band, penultimo evento della sezione estiva del Festival Mozartbox 2019.

Dopo i saluti del direttore artistico della manifestazione giunta alla XV edizione, Stefano Valanzuolo, introdotto dalle note dell’Autunno di Vivaldi eseguite dal Quartetto Flegreo, è entrato Edoardo Bennato, quasi bucando il palco. L’Arena era pienissima di gente di ogni età: l’entusiasmo è esploso.

Quasi tre ore di musica, dove Edo ha regalato i suoi brani storici ma anche gli ultimi che ha lanciato, videoclip e l’immancabile interazione con il pubblico – a un certopunto ha gridato Viva Portici! suscitando il delirio – “spalleggiato” dagli irriducibili rockettari della sua band Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria). Insieme agli archi hanno reso il concerto una grande, lunga emozione. Tutto il pubblico ha cantato con loro, segnato il ritmo: la differenza di età non contava, perché il Rock annulla ogni distanza.

Soliti occhiali neri, il supporto per l’armonica, il tamburello da one man band, Edoardo ha immediatamente gettato le premesse di una serata “rockettara”. Bisogna sottolineare che per Bennato il Rock è la metafora della vita. Attraverso il rock esprime le sue utopie: sì, perché ne ha più di una. Come pure l’Arte, che oltre che con la musica viene veicolata dalla pittura, ad esempio, con qualche puntata finanche nella regia.

Infatti nel ’92 si trasformò in Joe Sarnataro, interpretando al contempo anche il nonno, “emanazione” del grande Totò. Coinvolse Renzo Arbore nella arte dell’intervistatore e Lino Banfi, preside di una scuola di viale Augusto, una via che parte subito dopo la Galleria per Fuorigrotta arriva alla Stadio San Paolo.

Una strada che ricorre nella vita di Edoardo: qui abitava Edo. Questo viale nasconde una misteriosa parallela sotterranea costruita quasi trent’anni e mai inaugurata. Il mistero permane: cosa c’è sotto viale Augusto?!?…

Il suo Rock sferza i costumi, pungola le coscienze da più di cinquant’anni, ormai, quando nel caldo di un’estate la mamma, convinta assertrice del detto l’ozio è il padre dei vizi, decise di tenere impegnati i suoi tre figli con la Musica. E i risultati sono stati Edoardo, Eugenio e Giorgio, il fratello meno noto ma non per questo meno bravo.

Napoli era il suo palcoscenico, ma poi per il suo genio inquieto diventò troppo angusto. Ecco Milano, con le sue opportunità, la gavetta e infine il riconoscimento della sua bravura degli impresari discografici. Il mondo si apre: Inghilterra, Argentina, Cuba, Antille, per poi tornare a Napoli, dove 55 è musica, dove può esprimere sè stesso. Edo lo fa anche portando la lingua napoletana nelle sue canzoni, dandole una patente di universalità.

Innamorato della musica e delle tradizioni mediterranee, tra la dolcezza delle sue canzoni affiora sempre il suo modus ironico e graffiante.

In questo concerto Edoardo Bennato ha messo insieme le sue intramontabili canzoni, un classico quartetto d’archi con le sferzate rock della sua band: una alchima che è la sua cifra, «… quasi a creare un linguaggio colto ed appassionante allo stesso tempo, un linguaggio personale e riconoscibile che lo ha portato a mietere successi sia nei grandi stadi europei sia sulle tavole del Teatro di San Carlo… parlando di un mondo fatto di buoni e cattivi, sbeffeggiando i potenti, inneggiando alla forza umana del popolo e passando per il più classico tra i sentimenti ispiratori dei poeti della canzone: l’amore

Cittadino del Mondo ma con Napoli e Bagnoli nel cuore, Edoardo Bennato scrive sul suo sito internet: «… la mia fortuna più grande è quella di essere nato a Napoli, che a questo punto, dopo aver visto tanti posti bellissimi, considero la città più bella del mondo. Napoli e Bagnoli le conosco bene, sono mie e ne parlo da sempre anche nelle canzoni

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