biografie

Figli di Portici famosi: il chimico agrario Italo Giglioli

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Italo Giglioli è nato a Genova l’1 maggio 1852, da Giuseppe Giglioli e da Ellen Hillyere.

A causa dei ripetuti «… spostamenti del padre in conseguenza degli avvenimenti unitari», ha studiato a Pisa, a Firenze e, poi Londra.

Ha trascorso la sua giovinezza nella capitale inglese, dove il padre, «… patriota fervente e amico di Mazzini», viveva in esilio,.

Durante la permanenza in Inghilterra, «… vincitore di una borsa di studio del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio», ha potuto completare la sua formazione. Allo stesso tempo ha acquisito «… una dimestichezza con la cultura inglese che ne avrebbe improntato l’intera attività scientifica».

Tornato in Italia, a Torino, ha lavorato come assistente alla cattedra di Chimica e tecnologia presso il Museo industriale e come professore di Scienze naturali.

Nel 1877, quando aveva appena 25 anni, vincitore di concorso, è stato chiamato a ricoprire l’insegnamento della Chimica agraria presso la Reale Scuola Superiore di Agricoltura di Portici. Contemporaneamente, ha anche assunto la responsabilità della direzione:

«… dell’omonimo laboratorio, fondato da Achille Costa, che in breve fu attrezzato e organizzato per svolgere nel modo migliore le sue funzioni istituzionali».

dell’azienda sperimentale di Suessola, l’odierna Acerra, presso la quale, per molti anni, ha condotto studi sulle colture del frumento e del granturco.

Nei successivi 25 anni della sua direzione, il laboratorio porticese «… assunse grande notorietà e divenne un centro di larga attività didattica e scientifica e, funzionando da Sta­zione agraria sperimentale, era autorizzato, per chiunque si rivolgesse ad esso, a rilasciare, previo pagamento di un compenso regolato da un tariffario, certificati di analisi di so­stanze chimiche agrarie e industriali (terre, acque, concimi, anticrittogamici, vini, farine, olii, foraggi, ecc.)». Il laboratorio, nell’anno 1898, è divenuto Regia Stazione agraria sperimentale.

Nel 1889, è stato eletto direttore della Scuola porticese; carica ricoperta, ininterrottamente, fino al 1897.

Dal matrimonio contratto con Costanza Stocket, il 5 febbraio del 1892, nella sua abitazione a Portici, è nata la figlia Elena Beatrice Giglioli.

Sensibile al futuro dei laureandi in agraria, in qualità di direttore della Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, scrive al ministro Pietro Lacava (Corleto Perticara, Potenza, 26 ottobre 1835 – Roma, 26 dicembre 1912), per esprimergli «… le preoccupazioni degli studenti sul valore del titolo rilasciato dalla scuola».

Nel 1901, all’incarico di docente universitario ha affiancato l’onere della direzione della Regia Stazione sperimentale chimico-agraria.

Nel corso del 1901, pur conservando la cattedra di Portici, gli è stata affidata anche la direzione della Regia Stazione chimico-agraria sperimentale di Roma. Per cui, nel 1902, è passato a dirigere la Stazione romana.

Nel 1904, nominato professore di Chimica agraria nella Scuola Superiore di Agraria dell’Università di Pisa, si è trasferito nella città toscana.

Nella città dei suoi primi studi, ha tenuto la cattedra di Chimica agraria fino alla morte.

Di pari passo allo svolgimento della sua attività scientifica, a Roma ha «… assunto la responsabilità dell’organismo creato come referente ufficiale del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio per i problemi chimici e merceologici relativi al commercio delle derrate». A Pisa, sempre affidate dal MAIC, ha garantito le «… funzioni di indirizzo dell’opera delle stazioni agrarie statali contro il dilagare delle frodi nel commercio dei fertilizzanti».

Uomo di grande cultura, con interessi scientifici, che spaziavano dalla chimica agraria all’agronomia, fino alla batteriologia, dall’economia alla storia, alla politica e alla età civile, non ha mai trascurato di coltivare i suoi interessi personali di indole letteraria e politica.

Negli anni della piena maturità, è stato anche impegnato politicamente, firmando numerosi articoli di ispirazione nazionalistica.

Della sua vastissima produzione scientifica, ricordiamo:

  • Chimica agraria, campestre e silvana, ossia Chimica delle piante coltivate, dell’aria, del terreno e dei lavori rurali.Questa sua prima opera di grande rilievo, pubblicata a Napoli nel 1884, ha rappresentato «… il superamento delle conoscenze agronomiche italiane con l’apertura alle nuove scoperte del Liebig sulla chimica e la fisiologia vegetale, inizialmente ignorate in Italia».
  • Malessere agrario e alimentare italiano.

Una corposa monografia, pubblicata nel 1900, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, che «… gli consentì di mostrare la sua preparazione umanistica e la sua passione anche verso argomenti sociali ed economici» della nazione.

  • Concimi, mangimi, sementi e sostanze antiparassitarie. Commercio, frodi, e repressioni delle frodi, specialmente in Italia.

Una memoria, stampata a Roma dal MAIC nel 1905, in cui ha riassunto l’esperienza maturata a Roma e a Pisa, come «… mandatario delle indagini preliminari per la disciplina legislativa del commercio di concimi, mangimi, sementi e antiparassitari».

Accanto alle opere maggiori, i suoi lavori possono essere  classificati in quattro distinte categorie: gli studi nati dalla, quelli dell’insegnamento pisano, quelli dell’attività romana, gli scritti politici e storici.

Sono, quindi ascrivibili:

1 – alla docenza napoletana:

  • Fermenti e microbi. Saggio di igiene antimicrobica, Napoli 1887;
  • Educazione agraria britannica, Roma 1888;
  • Resultati del primo anno di esperimento sulle varietà e sui concimi del frumento al campo sperimentale di Suessola, Napoli 1889;
  • L’insegnamento superiore in agricoltura, Bologna 1895;
  • Cultura del frumento. Esperimenti di I. Giglioli, 1899-1900. XIII anno di coltura continua del frumento e del granoturco. Cultura elettrica, Portici 1903;

2 – al periodo pisano:

  • La canfora italiana, Roma, 1908;
  • A difesa dei castagneti. Contributo ad un’inchiesta sulle presenti condizioni dei castagneti…, Roma, 1908.

3 – all’attività romana

  • Di alcune vere questioni meridionali: frutticoltura-refrigerazione artificiale e refrigeratori pubblici e ferroviari…, Roma 1903.

4 – agli scritti storici e politici:

  • Dante e l’agricoltura del suo secolo e Dante and the action of the light upon plants, del 1899;
  • Crisi alimentare mondiale ed in Italia e come superarla. Necessità di favorire l’importazione del riso in Italia, Firenze 1917.
  • Per una politica scientifica e agricola in Italia. In in Cento anni di attività dell’Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante, 1871-1971, Città di Castello, 1978.

Dall’inglese ha tradotto Come crescono i raccolti, di Stephen Williams Johnson, Milano 1878.

Per la sua grande operosità e rettitudine ha avuto numerosi incarichi onorifici e ascritto a varie istituzioni scientifiche, italiane e straniere.

È stato quindi:

  • componente:
  • del Consiglio dell’Istruzione agraria di Roma e di Pisa;
  • del Consiglio provinciale sanitario di Roma e Pisa;
  • del Comitato per la fondazione dell’Istituto internazionale d’Agricoltura e per lo studio per le malattie delle piante;
  • del Real Collegio d’agricoltura di Cirencester in Inghilterra;
  • commissario:
  • per la riforma dell’Istituto forestale di Vallombrosa;
  • dell’Opera Nazionale Combattenti;
  • socio:
  • della Real Società Agraria d’Inghilterra;
  • della Società Highland di Agraria della Scozia;
  • dell’Accademia d’Agricoltura di Torino;
  • del Regio Istituto di Incoraggiamento alle scienze di Napoli.

Il chimico agrario Italo Giglioli muore a Pisa, il 1° ottobre 1920.

Nella prefazione al volume La canfora italiana, il professor Italo Giglioli rivolge i suoi sentiti ringraziamenti a quanti hanno collaborato alla sua ricerca, condotta nei parchi porticesi.

Tra questi, figura il provetto e instancabile collaboratore Pasquale De Luca.

Il chiarissimo ricercatore, infatti, alla pagina 17 del predetto volume, scrive: “Al giardiniere Pasquale De Luca di Portici, sono grato per l’attività nel ricercare i molti esemplari di lauri della canfora, vegetanti nei giardini privati di Portici e di altri comuni vesuviani”.

Articolo correlato:

https://wp.me/p60RNT-3TH

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *