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Figli di Portici famosi: il Patrizio Napoletano Giuseppe Pignone del Carretto

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Giuseppe Pignone del Carretto è nato a Oriolo, in provincia di Cosenza, l’8 maggio 1813.

Figlio primogenito di Carlo Pignone del Carretto e di Isabella Pignatelli, ha ereditato i titoli di: principe d’Alessandria, duca di Pontelandolfo, marchese di Oriolo, di San Dano, di Guardia Alfiera, di Lupara, col predicato di Farneto e Castro Regio e Patrizio Napoletano.

Il 24 novembre 1839 ha sposato donna Margherita Muscettola, dei principi di Leporano (…., 1820 – 17 agosto 1900).

Dall’unione con la principessa sono nati nove figli: Isabella, Alessandro, Carlo, Giovanni, Giacomo, Caterina, Anna, Sofia, Gaetano.

Quarantaquattrenne, notorio «… politico di efferata fama», nei primi giorni del 1857, «… chiamato nella Capitale dal grande Ferdinando II», ha lasciato la natia Oriolo.

Dal sovrano, seguendo la tradizione di porre a capo della città patrizi napoletani, ha ricevuto l’incarico di sindaco di Napoli.

Così, per più di tre anni, dal 27 gennaio 1857 al 7 settembre 1860, ha retto il governo cittadino della Capitale borbonica.

Allo stesso tempo, quale dignitario di corte, nominato «… Gentiluomo di Camera con esercizio dei Re Ferdinando II e Francesco II di Borbone», è stato stretto collaboratore dei due sovrani duo-siciliani.

Tra i diversi compiti assegnatigli dai reali, si è occupato anche della stesura del cerimoniale della Casa Regnante.

Per i suoi servigi resi alla corona e alla città è stato gratificato con l’attribuzione dell’onorificenza di  «… Cavaliere dello insigne R. O. di S. Gennaro, Commendatore dell’Ordine di Francesco I, e Cavaliere del S. R. O. Gerosolimitano».

In virtù della carica di sindaco di Napoli, è stato deputato del Tesoro di San Gennaro.

Nel 1860, nel turbinio degli avvenimenti prodotti dalla spedizione dei Mille, si è reso conto che «… l’arrivo di Garibaldi a Napoli significava per la città una svolta storica ed epocale».

Si è quindi attivato con immediatezza «… per assicurare un sereno trapasso da un’epoca all’altra, evitando reazioni e sangue», così come raccomandato dal Re.

Pertanto, recatosi a Salerno, «… assieme al generale De Sauget, comandante della Guardia Nazionale», ha concordato l’entrata di Giuseppe Garibaldi nella capitale del Regno.

Per quanto avesse preso accordi con il dittatore, insediatosi in nome di Vittorio Emanuele II di Savoia, il 7 settembre 1860, si è rifiutato di decretare l’atto di annessione al Piemonte.

Salutato il generale, ha rassegnato le sue irrevocabili dimissioni dalla carica di sindaco.

Invitato a rimanere al suo posto, fedele al giuramento prestato alla famiglia reale Borbone, dando prova della sua coerenza, è stato irremovibile.

Abbandonata la scena politica, «… nell’ora della ricompensa e degli onori», si è ritirato a Portici,

All’età di 81 anni, il patrizio napoletano, Giuseppe Pignone del Carretto chiude la sua vita terrena a Portici, il 24 giugno 1894.

I solenni funerali furono celebrati nella Regia Cappella monumentale del tesoro di San Gennaro in Napoli.

Nastrini delle onorificenze attribuitegli:

 Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro o Ordine di San Gennaro

 Commendatore del Reale Ordine di Francesco I

 Cavaliere del Sacro Ordine Gerosolimitano

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