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Gabriella- La vita va avanti…

Alle nostre madri: senza di esse non saremmo state così… E noi, cosa siamo diventate noi? Le prime della classe, come Gabriella, mentre la sua vita va avanti… 

di Bianca Sannino

Mi ero organizzata bene, la mia vita stava procedendo con una certa regolarità. Mia madre aveva deciso di darmi una mano, sostenendo le mie spese per la babysitter, per cui avevo più tempo da dedicare a me stessa.

I miei figli crescevano ed erano sempre più fonte di grande gioia. Avevano ereditato dal padre quella flemma e quella calma necessaria per poter vivere senza grandi scossoni, ma da me avevano ereditato la volitività, la generosità e soprattutto quel senso di gratitudine verso la vita, nonostante le difficoltà. Era una dote questa che riconoscevo in me stessa e in loro.

Non era stato facile allontanarsi dalla città in cui vivevamo, dal padre che si mostrava tiepido nei loro confronti, vivere in una famiglia con un genitore single, eppure continuavano ad essere sempre sorridenti, aperti, tranquilli. La loro serenità mi dava la carica giusta per poter dedicare più tempo a quello che mi appassionava.

Serena mi diede l’occasione per intraprendere una nuova avventura. Lei era sempre così carica, piena di energia e vitalità. Mi propose di cominciare a fare del volontariato.

Bisogna donare un po’ agli altri, diceva, e così mi trascinò in questo universo per me fino ad allora sconosciuto. Non immaginavo minimamente quanto invece avrei io ricevuto da questo mondo popolato da diseredati, da sconfitti, da emarginati.

Ho compreso il valore del dono gratuito, del dare senza aspettarsi niente in cambio. In realtà ho ricevuto tanto, quello che abitualmente siamo portati a credere non sia necessario.

Ho compreso il senso e la natura dell’azione volontaria, che per quanto dolore aveva attraversato la mia esistenza c’era chi non aveva davvero niente a cui potersi aggrappare, neppure la loro persona, neppure la loro dignità.

L’esperienza cominciò prestando servizio presso una cosiddetta “mensa dei poveri”. Il coordinatore era un sacerdote, un omone grande e grosso, con un accento strano e con una sigaretta perennemente in bocca. Era severo e bonario al tempo stesso.

Serena mi presentò senza tanti preamboli, lì ognuno doveva lasciare fuori dalla porta la propria identità, chi era, cosa faceva e perché era lì. Mi misero un grembiulone davanti, una ramazza in mano e così cominciò questa nuova esperienza.

 

Bianca Sannino, docente appassionata nella scuola statale italiana, vive e insegna a Portici da più di vent’anni.

Dopo aver attraversato perigliosi mari in vari ambiti e settori ed essersi dedicata alla redazione di libri saggistici e specifici del settore dell’insegnamento, esordisce oggi nel genere novellistico.

 Due lauree, corsi di specializzazione, master non sono bastati a spegnere la sua continua, vulcanica e poliedrica ricerca della verità. 

Da sempre, le sue parole che profumano di vita e di umanità, arricchite dalla sua esperienza e sensibilità, restituiscono delicati attimi di leggerezza frammisti a momenti di profonda riflessione.

Nel 2021 inizia la collaborazione con LoSpeakersCorner pubblicando una serie di novelle, tutte al femminile.

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