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Gran Caffè Italia, la cultura dell’espresso

NAPOLI – Al Museo Pignatelli giovedì 14 dicembre 2017 si è tenuto il convegno nazionale Gran Caffè Italia.

La splendida dimora nobiliare ha accolto egregiamente operatori del comparto, promosso dal Comitato Italiano del Caffè, ente che ne rappresenta l’industria nel nostro Paese.

Numerosissimi i temi trattati per un comparto che si registra sano grazie a un prodotto promotore di economia e di sviluppo, ma anche grazie alle numerose possibilità economiche offerte dal settore, fino alla cultura del caffè come Intrattenimento.

Così Mario Cerutti, Presidente del Comitato Italiano Caffè: «Visto il successo di questo primo convegno a Napoli, sono certo che seguiranno altri incontri fattivi perché il comparto abbia giusta risonanza dal momento che il caffè rappresenta una risorsa economica straordinaria per il nostro Paese, e le dimensioni economiche ce lo confermano».

Cerutti, con Patrick Hoffer e Gianni Forni, rispettivamente Presidente del Consorzio Promozione Caffè e Segretario del CIC, ha dato vita ad una Conversazione sul tema, e che ha sottolineato come sia esponenzialmente cresciuto il business «… a riprova di quanto il caffè italiano sia apprezzato nei mercati mondiali e della vitalità del nostro settore».

A condurre gli interventi tecnici e culturali sul caffè, passando dai momenti musicali a quelli degustativi il giornalista e event manager Ciro Cacciola, che con leggerezza  qualità e quantità di argomenti, ha portato avanti un convegno come momento di incontro per celebrare una tra le più amate bevande italiane ma anche per mettere a fattor comune esperienze e storie di successo che hanno confermato il nostro Paese protagonista di primo piano nel mercato del caffè a livello mondiale.

Così hanno partecipato esperti di marketing, appassionati imprenditori, giornalisti, docenti universitari, comunicatori, creativi e scrittori svelando il segreto (o i segreti) del fascino del caffè, e le ragioni di un così crescente successo. Hanno portato i loro preziosi contributi al convegno (o.a.): Massimo Andrei, Autore e Regista; Dario Ciarlantini, Master Barista, Barmanager, Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association); Maurizio Giuli, Presidente dell’Associazione Ucimac – Costruttori Italiani di Macchine per Caffè Espresso; Andrej Godina, Dottore di Ricerca in Scienza, Tecnologia ed Economia nell’Industria del Caffè, nonché Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association) e Presidente Umami Area; Marino Niola, Docente di Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa; Maria Carmela Ostillio, Professore di Marketing e Direttore della Brand Academy in SDA Bocconi School of management – Milano; Denise Pagano, Direttore del Museo Pignatelli; Alberto Ritieni, Ordinario di Chimica degli Alimenti, Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II.

E per finire considerando che il caffè è anche cultura ed elemento integrante della storia alimentare, l’antropologo Marino Niola ha sottolineato che «Il caffè è un rito sociale, un simbolo indentitario. E l’associazione tra Italia e caffè è diventata un algoritmo del Made in Italy, un’icona gloBal. A Sidney, come a New York, a Rio come a Shangai ogni volta che si beve un espresso, si fa circolare un po’ di Italia nelle vene del mondo».

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