Cultura

I Borghi invisibili

Il festival ‘ A Chiena, un viaggio tra arte, natura e storia, presenta I Borghi invisibili

SERRE (SA)  – Nel centro storico tra il Palazzo Ducale e la Chiesa di San Martino, si svolgerà lunedì 22 agosto alle ore 21.30 la terza tappa della sezione teatrale I Borghi Invisibili, affidata alla creatività e alla regia di Pasquale De Cristoforo, nell’ambito della XXXV edizione del Festival ‘A Chiena,  diretto da Antonello Mercurio, un viaggio tra arte, natura e storia,

L’evento è co-finanziato dal POC Campania 2014-2020, rigenerazione urbana, politiche per il Turismo e la Cultura, nell’ambito del programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale.

I borghi hanno un fascino particolarissimo, sono pieni di vissuti antichi e vuoti d’abitanti. C’è un gran da fare per rendere loro giustizia e dare alle nuove generazioni una possibilità di riscoprirli nelle loro memorie più antiche.

Dimostrarsi ospitali, aperti a un turismo sempre più diffuso – ha affermato il sindaco di Serre Antonio Opramolla – deve essere la nostra prima condizione per rilanciare il territorio. Essere consapevoli che il visitatore è attratto, oltre che dalla bellezza dei luoghi, dalla possibilità di poter visitare territori ricchi di cultura e tradizioni che in qualche modo permangono nella vita quotidiana di Serre, condividere quindi una bellezza che li circonda significa investire anche sul proprio futuro, nel segno della massima sostenibilità che non significa necessariamente isolamento. Certo, l’attenzione per il patrimonio culturale e artistico deve essere sempre elevatissima, senza concedersi inutili compromessi. E’ stato importante partecipare a questa “cordata” di borghi con altri sindaci con cui condivido la stessa visione di gestione e valorizzazione del territorio, forze che si uniscono per “fare” nel senso greco poiein che ha la stessa radice di poesia e cominciare a tracciare un sentiero sicuro nell’immaginario culturale della nostra terra.

Ecco, allora, che si è pensato di affidare ad un bravo scrittore salernitano, Domenico Notari, la stesura di quattro   racconti   che   potessero   far   rivivere   antichi cunti dei borghi interessati dal progetto: Roscigno, Palomonte, Serre e San Cipriano Picentino.

Insieme ai racconti letti dallo stesso Pasquale De Cristofaro, ci saranno tanti giovani musicisti che con la loro musica faranno vivere alcun angoli di questi splendidi borghi, mentre i visitatori nel breve ma intenso percorso, saranno accompagnati dagli attori Gabriele Bacco, Michela Ventre e Mario De Caro, che interpreteranno una breve e lieve drammaturgia dedicata alla luna, agli amori e all’incanto della poesia.

Per la tappa di Serre, Domenico Notari ha messo propone Un monumento alla fedeltà, un racconto che si svolge nella Real Casina di Caccia, al cui progetto,  partecipò anche Luigi Vanvitelli. La narrazione prende ispirazione dalla statua della molossa che domina lo scalone della Reggia, Diana, fedele guardiana del re Ferdinando IV.

Dove trovare nel mondo nobiltà senza arroganza, amicizia che non sia gelosa, bellezza senza vanità? Nel cane la grazia si accompagna alla potenza e la forza si fa dolcezza, se la sua lotta è lealtà, la sua fedeltà non sarà mai schiavitù. Diana si sacrificò contro un cinghiale per salvare il piccolo Francesco, il futuro re Francesco I, e il padrone Ferdinando la fece eternare a guardia della sua “casa”, dal Canova, come Giuseppe Verdi e il suo mastino Black o il maltese Loulou, che ha il suo cippo nella tenuta di Sant’Agata e aveva il suo posto fisso sotto il tabarro del nostro compositore, per partecipare da ospite d’onore alla prima della Scala, e i suoi amatissimi cani da caccia, Yvette e Moschino. Diana si trasformò presto in fantasma per le ossa trafugate dalla sua piccola tomba nel parco, tenendo sveglia la popolazione di Serre, coi suoi disperati latrati, il 10 di ogni mese, fin quando, un ingegnere della Regia camera, arrivato da Napoli per restaurare la chiesa di San Martino, scavando trovò le ossa di Diana, la quale, una volta rimesse sotto la lapide, finalmente avendo trovato pace guaì di gioia quella notte del 10 settembre del 1847 e scomparve per sempre riposando nella terra che aveva calpestato accanto al suo Ferdinando.

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