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Il Racconto, Abracadabra

Le illusioni di un mago: abracadabra, immancabile parola chiave, accompagnò la sua ultima, strabiliante magia…

di Giovanni Renella

Da quando era scomparsa non riusciva più a darsi pace.

Aveva perso interesse per tutto e nulla riusciva a scuoterlo dallo stato catatonico in cui era precipitato.

All’improvviso lei era svanita nel nulla e lui si sentiva responsabile dell’accaduto.

Dopo tanti anni trascorsi insieme ora era rimasto solo, con un’esistenza ormai scompaginata dalla sparizione improvvisa della partner che lo stava conducendo sull’orlo della pazzia.

Compagni nella vita e soci nel lavoro, avevano avviato insieme la loro attività.

Per quanto fosse lui il leader indiscusso e riconosciuto della coppia, il loro successo non poteva prescindere dalla bravura dell’altra.

Oltretutto, e fatto non da poco per il loro lavoro, la donna era di una bellezza prorompente, tale da catalizzare l’attenzione generale e facilitare il buon esito della performance.

Erano veri e propri artisti della messa in scena e chi aveva l’occasione di vederli all’opera restava sbalordito dalla loro abilità.

Proponevano illusioni, confondendo la percezione della realtà di chi guardava.

Un’attività che li aveva resi ricchi e famosi, dopo un avvio prodigo di stenti e avaro di soddisfazioni.

 

Ma la rincorsa del successo, che avrebbe dovuto appagare entrambi, aveva messo a dura prova il loro rapporto affettivo.

E chi ne aveva risentito di più era la donna, che era stata assalita da una strana inquietudine: quel turbamento legato a un’insoddisfazione della vita di coppia che percepiscono tutti, tranne il partner.

Così lui era andato avanti conducendo la vita di sempre, ignaro di ciò che stava per accadere e che alla fine accadde.

Per mesi avevano provato e riprovato e finalmente ora erano pronti, lì sul palco, di fronte a una platea di spettatori accorsi a vedere l’ultimo strabiliante numero del prestigiatore che fa sparire la partner.

Abracadabra fu l’ultima parola che il famoso mago pronunciò prima di veder svanire per sempre la sua donna, che lasciò il teatro dalla botola sul palcoscenico in cui si era calata per non fare più ritorno.

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI.

Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017).

Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai.

Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea.

Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”.

Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik.

Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020.

Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik.

Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik.

A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.

 

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