Culturaracconti

Il Racconto, Musicisti

di Giovanni Renella

L’appuntamento era fisso.

Ogni  pomeriggio Peppino si preparava di tutto punto, impeccabile nel look, pronto ad entrare in scena per la sua performance.

Scarpe di vernice nera, abito blu scuro, papillon abbinato in tinta; sul capo un vecchio “Borsalino” a falde larghe e, sulle spalle, un  soprabito leggero.

Per recarsi dove si sarebbe esibito, doveva attraversare tutta la città, dalla periferia al centro: due ore di viaggio, fra andata e ritorno, ma la piazza era buona e il pubblico pagante.

Dal finestrino della metro seguiva le stazioni che si rincorrevano, una dietro l’altra, e man mano che la sua fermata si avvicinava, riviveva l’emozione della sua prima esibizione.

Ancora ricordava  la timidezza mentre accordava lo strumento  e l’imbarazzo di fronte a quel pubblico fermo lì ad ascoltarlo, incuriosito da quel giovane, abbigliato con dignitosa cura, le cui dita sfioravano appena le corde, producendo ammalianti melodie.

Da quella prima volta la musica, sera dopo sera e anno dopo anno, gli aveva garantito il denaro necessario per vivere.

Ma soprattutto per far studiare suo figlio al Conservatorio di  San Pietro a Maiella di Napoli: una predisposizione naturale, un talento innato, che Peppino aveva voluto coltivare fornendo al ragazzo il supporto di un’adeguata formazione accademica.

E il figliolo non aveva tradito le aspettative del genitore, diventando addirittura un famoso concertista della Royal Philharmonic Orchestra di Londra, applaudito in tutto il mondo.

Perso dietro i suoi ricordi, era entrato nel locale, si era tolto il cappello e aveva preso in braccio il suo mandolino per la “posteggia”.

Mentre suonava per i clienti del ristorante, non poté fare a meno di tornare col pensiero alla sera di cinquant’anni prima, quando, spinto dalla fame e vincendo la vergogna, suonò per strada per provare a raccogliere un po’ di soldi.

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Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

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