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La resilienza del Plancton nel Golfo di Napoli

Il plancton del Golfo di Napoli è protagonista dell’articolo Time series and beyond: multifaceted plankton research at a marine Mediterranean LTER site (https://doi.org/10.3897/natureconservation.34.30789) pubblicato per la prestigiosa rivista scientifica Nature Conservation.

Lo studio, frutto di un lavoro di un gruppo di ricerca coordinato da Adriana Zingone, Dirigente di ricerca alla SZN | Stazione Zoologica Anton Dohrn, fa il punto sul contributo alla conoscenza dell’ecosistema marino fornito da 35 anni di ricerche condotte nel sito di campionamento LTER-MC (MareChiara) a 2 miglia da Castel dell’Ovo, monitorato dai ricercatori della SZN settimanalmente dal gennaio del 1984.

Nonostante le loro microscopiche dimensioni, i microorganismi vegetali e animali del plancton rivestono un’importanza assoluta per la vita del mare e dell’intero pianeta, contribuendo in misura uguale alle piante sulla terra alla produzione di ossigeno e alla regolazione del clima, oltre ad essere cibo per i pesci e cetacei  e sostenere pertanto tutta la rete alimentare marina.

La loro biodiversità e le loro variazioni in relazione ai cambiamenti climatici in atto sono pertanto temi scientifici di grandissima attualità. Grazie al lavoro svolto dai ricercatori della SZN, è stata di molto arricchita la conoscenza della biodiversità con la scoperta di tante specie prima sconosciute alla scienza e con lo studio della loro biologia.

A esempio si è visto come in molte specie si alternano fasi di crescita e di dormienza, proprio come nelle piante. Ma il risultato più interessante dello studio è la notevole resilienza del plancton del Golfo di Napoli che – sebbene si verifichino condizioni di estrema variabilità climatica e ambientale dell’area – si manifesta con un’eccezionale regolarità del suo ciclo stagionale nei decenni studiati. Ciò rassicura sulla capacità dell’ecosistema di rispondere ai cambiamenti, ma occorre tenere ben presente che la continua pressione dell’uomo e del clima sull’Ambiente può all’improvviso sfociare in drastici cambiamenti.

Per questo motivo è importante continuare ad osservare e analizzare il plancton e mantenere attivi siti di ricerca ecologica a lungo termine, che sono da considerare vere e proprie sentinelle dei cambiamenti globali.

Proprio grazie alla SZN, il golfo partenopeo è parte della comunità internazionale LTER – Long Term Ecological Research, con due osservatori, LTER-MC a Napoli per lo studio del plancton e LTER-LA ad Ischia (Lacco Ameno) per lo studio del sistema a Posidonia oceanica.

I risultati delle ricerche presentati nell’articolo comparso su Nature Conservation confermano come le serie temporali di dati di lungo termine siano la chiave per conoscere a fondo l’Ambiente e gli organismi che vi abitano e le rispettive interazioni.

Grazie a questa costante e puntuale osservazione, si approfondiscono diverse tematiche di grande attualità legate strettamente al mutamento climatico, come la comparsa nelle nostre zone di specie tropicali e il possibile uso sostenibile delle attuali risorse naturali.

Partendo dalla ricerca a lungo termine condotta nel Golfo di Napoli si stanno inoltre sviluppando iniziative mirate a moltiplicare le connessioni tra scienza e istanze sociali che anticipano, oltre alla condivisione delle conoscenze acquisite e dei loro prodotti utili alla società, progetti di citizen science attraverso i quali i cittadini potranno anche avere un ruolo di protagonisti nella gestione informata del mare e del sistema costiero.

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