Società

L’Afghanistan adesso è solo

L’Afghanistan e i suoi abitanti, donne e uomini formidabili e coraggiosi combattenti, non si arrenderanno, ma adesso sono soli 

di Tonia Ferraro

La missione internazionale in Afghanistan è durata venti anni.

La Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza o ISAF International Security Assistance Force, è stata una missione della NATO, autorizzata dall’ONU, di supporto al governo dell’Afghanistan. Una forza che impiegava circa 140mila militari provenienti da 48 nazioni.

Oltre 20mila i soldati periti sul territorio afghano.

Del solo contingente italiano sono caduti 54 soldati e tantissimi sono stati colpiti in agguati o attentati che hanno subito durante le loro operazioni di controllo del territorio. L’Esercito italiano, uno dei migliori e più preparati al mondo, preferisce tenere un basso profilo. In ogni missione, ovunque nel mondo, si è distinto per la propria umanità: assistendo in ogni modo le popolazioni locali.

Il 31 dicembre 2014 la missione ISAF si conclude, lasciando il posto alla operazione RS | Resolute Support,  di tipo no combat, con finalità di assistenza e sostegno alla popolazione

Nel 2021, la missione RS, dopo una guerra costata la vita a tanti uomini e donne, a tanti innocenti civili, dopo l’annuncio del ritiro degli Stati Uniti d’America fatto dal presidente Joseph Biden, si conclude, lasciando l’Afghanistan nel caos e nelle mani del cosiddetto stato islamico e della sharīʿah, la cosiddetta Legge di Dio.

L’Afghanistan, una  terra lontana e ostile come le sue montagne e la sua sabbia arida, dalle tradizioni millenarie, un Paese messo in ginocchio da anni di conflitti.

Dapprima, nel 1979, l’invasione sovietica, che generò un conflitto conclusosi nel 1989, con una uscita ingloriosa dell’allora Unione Sovietica. Poi la guerra civile. Un Paese da sempre campo di interessi delle potenze internazionali.

L’avanzata degli islamici integralisti era scontata.

L’impegno a addestrare l’esercito afghano non è stato sufficiente, né tantomeno perfezionato.

L’equipaggiamento di cui erano stati dotati non era ancora adeguato.

L’esercito si è disgregato lasciando caserme, divise, armi e mezzi per sfuggire alla implacabile legge degli integralisti.

Che, naturalmente, hanno attinto a piene mani dagli equipaggiamenti, armi, veicoli. Infatti, non è raro vedere islamici integralisti a bordo di blindati americani.

Ecco perché l’avanzata è stata molto più rapida di quanto si potesse prevedere.

Il popolo afghano, donne e uomini formidabili e coraggiosi combattenti, rischia di ricadere nel medioevo e nel terrore.

Non si arrenderà, ma adesso è solo.

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