Lettera a Corrado Fidora
Caro Corrado, caro amico mio,
ancora non mi capacito che tu non sia più qui. Ripenso ai nostri giorni d’infanzia, quei tempi spensierati trascorsi a Portici e a Ischia a giocare, a ridere e guardare al futuro pieni di speranze e progetti.
Tua madre e mia madre ci osservavano, forse desideravano che, con il tempo, sarebbe nato qualcosa di diverso tra di noi, ma non era possibile, eravamo “troppo” fratelli. Eri una parte di me che ora è volata via.
Guardo il cellulare e spero che squilli, che sul display appaia il tuo nome, Corrado Fidora.
Ora sono vicina a Elena e Celeste, compagne in un vuoto che sarà difficile colmare.
L’ultima volta che ci siamo sentiti mi hai detto: Ho chiamato per salutarti, non ci sentiremo più.
Era uno dei tuoi dispetti che mi facevi quando qualcosa non andava? O era il sentire che presto saresti partito per quel viaggio senza ritorno?
Non lo saprò mai.
Con il tempo la vita ci ha divisi, ma non abbiamo mai perso i contatti. Ci ha divisi, è vero, per poi farci approdare alla comune passione per il giornalismo.
Tu, spigliato come eri, hai scelto il giornalismo televisivo, a Rai3. Seguivo i tuoi servizi, a volte sorridendo, perché intuivo cosa ti passava per la mente quando ponevi domande ai politici…
Serio, affidabile, professionale, la tua carriera è stata luminosa, anche se è finita troppo presto.
La vita ti ha fatto un grande torto, ti ha inflitto una lunga condanna all’immobilità, cosa che proprio non si confaceva al tuo carattere.
Anche nella sofferenza, la tua passione, però, non si è mai spenta: nonostante le tue grandi difficoltà, hai voluto pubblicare qualche articolo sul mio giornale. Firmandolo con uno pseudonimo, perché volevi lasciare a tutti il ricordo di Corrado Fidora, cronista della Rai.
Mi mancherai. Mi mancherà la tua voce, la tua capacità di sollevarmi nei momenti difficili, Dovrò abituarmi a portare sempre con me il tuo ricordo. Nello stesso tempo, tu rimarrai accanto a me.
Che la terra ti sia lieve, amico mio.
Con tutto il mio affetto
Tonia