CulturaNapoli

L’illuminazione elettrica

di Michele Di Iorio

Napoli, dopo i primati dell’illuminazione a olio e a gas, fu tra le prima a dotarsi di quella elettrica, che entrò in vigore nel 1875. Il sevizio era a cura della società Mende & C, denominata anche  Societa Generale per l’Illuminazione, con sede a piazza Cavour, che però curava solo quella privata.

Nel 1885 il comune di Napoli, sindacoNicola Amore, fece inserire nei capitolati dell’illuminazione pubblica che la Compagnia del Gas doveva passare a quella elettrica di Napoli, pena lo scioglimento immediato del contratto.

Due anni dopo venne richiesta l’elettricità per il soloTeatro di San Carlo, e al rifiuto della Compagnia del Gas, fu incaricata la Societa Generale di Elettrica, sistema Edison.

Stesso problema si verificò per l’inaugurazione della Galleria Umberto nel 1890: al rifiuto della Compagnia, l’incarico fu dato alla Società per illuminazione di piazza Cavour, che installò lampioncini multicolori in Galleria e nelle strade vicine. La sera dell’8 novembre per la prima volta vennero accesi, ma  il forte vento ne fece cadere uno, che ferì alla testa il passante Enrico De Leva, il Maestro autore della musica  di ‘E spingule francese su testo di Salvatore Di Giacomo, che finì in ospedale.

I dissensi si sanarono nel 1892, quando la Compagnia del Gas inglobò la piccola società Generale, sistema Edison, di Napoli, studiando i mezzi per attrezzarsi con l’elettricità e due anni dopo si associò per l’illuminazione elettrica privata con la piccola Società per l’Illuminazione  di piazza Cavour.

Nel 1899 la Compagnia del Gas di Napoli si consorziò con la Societa Franco-Suisse e la Banca Commerciale Italiana e fondo la S.M.E. (Società Meridionale di Elettricità), con sede a Napoli.I giganteschi impianti elettrici per la produzione dell’energia elettrica sfruttavano le correnti idriche dei fiumi Tusciano, Tanagro e Aventino. Oltre a Napoli, vennero illuminate Salerno, a Roma e perfino la zona della Sila in Calabria.

La S.M.E. man mano  incrementò il sistema elettrico di Napoli. In vari punti della città furono posizionati contatori a gettoni: fornivano elettricità al costo di una lira. Non era un buon sistema, tanto è vero che potevano essere utilizzati fraudolentemente inserendo invece delle monetine dischetti di ghiaccio, che oltretutto, sciogliendosi, danneggiavano il meccanismo. Furono dunque sostituiti nel 1946.

Nella Società Meridionale di Elettricità nel 1945 entrò come semplice impiegato il dottor Renato Ariano, laureato in Lingue Orientali, ex tenente dell’esercito italiano.

Ariano avanzò presto nella carriera aziendale, e si dimostrò un innovatore. Divenuto Direttore: nel 1956 assorbì l’industria alimentare Cirio dopo uno storico incontro a Villa Signorini di Ercolano. La sua amministrazione contrastò la società elettrica concorrente, Ente Autonomo del Volturno, inglobando poi tutte le aziende minori.

Il 6 dicembre 1962, in carica come presidente compartimentale di Napoli, presentò il nuovo organismo,  l’E.N.E.L, che dal 1963 unificò tutta la produzione di elettricità pubblica e privata.

Nel novembre del 1992 la Soprintendenza Archivistica del Lazio a Roma dichiarò la sezione napoletana dell’Enel di notevole interesse storico, tra cui i documenti privati del dottor Renato Ariano, che ripercorrevano la storia partendo dalla SME, che furono affidati all’archivio storico, con sede nella la palazzina al ponte del Granili a san Giovanni a Teduccio. Lì trovarono posto I suoi appunti, i suoi ricordi, libri, progetti, disegni tecnici e i primi numeri della rivista informativa dell’ENEL, con le ricette gastronomiche di Ugo Tognazzi.

Il direttore Ariano non fu solo anima e memoria storica dell’azienda, ma anche uomo ricco di umanità: alla sua scomparsa, nel luglio del 2004, i commercianti di via Chiaia illuminarono di notte per molti giorni le vetrine dei loro negozi.

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