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Oro tra Procida e Bacoli – Nonsoloinchiostri

La mostra di Maria Pia Daidone è un omaggio a Procida: l’oro da Bacoli diventa strumento alchemico capace di mutare segni, colori e materie

di Antonio Vitale

BACOLI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nella Casina Vanvitelliana del Fusaro, nel Parco Borbonico in piazza Gioacchino Rossini venerdì 30 settembre alle ore 17  si terrà il vernissage della mostra di Maria Pia Daidone daltitolo Oro tra Procida e Bacoli – Nonsoloinchiostri.

L’esposizione si avvale del testo critico, nonché della direzione artistica, di Antonio Ciraci.

Nel corso dell’inaugurazione è in programma l’intervento del giornalista Maurizio Vitiello.

Oro tra Procida e Bacoli – Nonsoloinchiostri sarà visitabile il venerdì e il sabato dalle ore 17 alle 21. La domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 21.

Maria Pia Daidone è docente di materie artistiche. Vive a Napoli, dove ha studiato all’Accademia di Belle arti, una delle più antiche e prestigiose d’Italia, fondata da Carlo di Borbone nel 1752.

Scheda della mostra: Maria Pia Daidone – Spiritualità di-segno.

Nei tratti a penna o in quelli a china, nei rilievi paesaggistici o nella sintesi dalle linee essenziali, la figurazione di Maria Pia Daidone si muove sempre in una dimensione di intensa spiritualità, non ricercata, ma sentita. 

 La predominanza della luce, la rigorosità del segno, riconducono a un’idea di purezza, di arcaica bellezza. 

Parliamo, in questo caso, di luce segno e luce colore che pervade la dimensione visiva del paesaggio urbano di Procida, Prokeitai per gli antichi Greci. La Terra Emersa che giace coricata, baciata dal sole, nella grande baia partenopea, tanto cara ai narratori e ai raffiguranti di ogni tempo. 

Tanto cara anche a Maria Pia, che ha dentro di sé quel paesaggio, quelle casupole arroccate l’una sull’altra, le viuzze e le ripide scalinate che si addentrano in Corricella e conducono alle spiagge amene, alla Santissima Annunziata, fin su Terra Murata.   

Maria Pia che si lascia andare, che acconcia la sua mano, le sue dita, in guisa di strumenti alchemici capaci di mutare segni, colori e materie osservate e vissute in tracce arcaiche, simboli immutabili nel tempo e, per questo, puri.

Maria Pia non ritrae ciò che vede, ella eleva a sacro ciò che sente e vive.  

Altri due elementi, costanti nell’opera di Daidone, sono anche il Gioco e la Favola. L’Artista napoletana, di dimensione internazionale, anche in questo suo omaggio a Procida, prodotto ad hoc per la sua prima esposizione alla Casina Vanvitelliana al Fusaro, intitolata “Oro tra Procida e Bacoli – Nonsoloinchiostri”, ci regala la sua visione del mondo in chiave ludica, la stessa che muoveva la ricerca del grande Paul Klee, dove l’artista, con piena consapevolezza, pur nelle sue espressione più edotte e raffinate, tende a mantenere intatta l’ispirazione e la codificazione del sentire infantile. Il che ci riconduce a quella dimensione estatica, propria della sua opera, propria del luogo che più ama. (Nota di Antonio Ciraci del 14 settembre 2022).

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