Società

Padre Oreste festeggiato da fedeli e confratelli

A settant’anni dalla sua ordinazione a Sacerdote, Padre Oreste Maria Casaburo ha concelebrato la sua ennesima Santa Messa: approssimativamente sono 25.500 

di Stanislao Scognamiglio

PORTICI (NA) – Nel passato sabato 8 luglio 1950, nella basilica minore consacrata ai Santissimi XII Apostoli in Roma, Oreste Maria Casaburo, giovane frate professo, è stato presentato al vescovo, per essere ordinato presbitero.

Nel corso della solenne celebrazione, ricevuta l’imposizione delle mani e l’unzione col crisma, da monsignor Luigi Traglia, arcivescovo titolare di Cesarea e di Palestina e vicereggente di Roma, ha ricevuto  l’ordinazione sacerdotale.

Lo scorso 8 luglio, ha quindi compiuto i suoi settant’anni di Sacerdozio.

L’evento, nella vita di un sacerdote, «… assume un’importanza di grandissima rilevanza, per cui non si può e non deve passare sotto silenzio».

Con un inesauribile entusiasmo, assiduo e solerte lavoratore nella vigna del Signore, con pregnante spirito francescano, ha sempre esercitato e tuttora ancora svolge il suo ministero pastorale, avendo cura del popolo di Dio, sostenendolo nella preghiera e nelle opere.

A settant’anni dalla profetica data, la sera dell’11 luglio, come allora, si è apprestato alla sacra mensa per la celebrazione della sua ennesima Santa Messa, (secondo un’approssimativa stima sono 25.500).

Ha celebrato assieme al molto reverendo padre, fra Cosimo Antonino, Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali. ai reverendi padri della Comunità porticese, fra Claudio Joris, fra Roberto Sdino, fra Mario Ravanni e ai Confratelli di altri Conventi della Provincia: i padri, fra Bonaventura Gargano, fra Paolo Faticato da Nocera, fra Pasquale Piccolo da Melfi, fra Giorgio Tufano da Napoli-Vomero, convenuti a Portici per festeggiarlo.

Gli affiliati alle Associazioni francescane, la Comunità parrocchiale, i numerosi figli spirituali giunti da più sedi in cui il servo di Dio ha praticato il suo apostolato, il Popolo fedele, nella celebrazione della Santa Messa vespertina, si sono stretti intorno al reverendo padre Oreste, non solo «… per ringraziare insieme a Lui il Signore di tanta bontà, ma anche per esultare con Lui per la sua recuperata salute (ricordiamo il terribile incidente occorsogli ad Assisi nell’ottobre del 2017) e dirgli con tutta l’effusione del nostro cuore di figli devoti il fatidico augurio “Ad multos anno”per la gloria di Dio, per la salvezza delle anime, per l’incremento  e il decoro dell’Ordine».

Nel porgere gli auguri a nome dell’intera Comunità francescana della Provincia napoletana, il Reverendo Padre Provinciale, ha ringraziato Dio per aver donato alla stessa Padre Oreste, che negli anni, francescano e sacerdote, è stato esempio di assiduità nella preghiera e di saggezza e per la Provincia non è stato solo memoria ma anche testimonianza.

Al termine della funzione, il novantaquattrenne sacerdote, ringraziando i numerosi intervenuti, li ha ammoniti «… Non veneriamo i santi che non sono ancora morti… Io non sono ancora morto… Un’altra data ora dobbiamo celebrare ‘la mia Pasqua’ che dovrà essere un suffragio di Gioia, Grazia Ed Esultanza, non pianti ma canti».

La solenne concelebrazione è stata animata dall’esecuzione di appropriati canti, eseguiti dai coristi della Cetra Ensemble (’o coro ’e Sant’Antonio).

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