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Figli di Portici famosi: Antonio Parascandola

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi porticesi per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Antonio Parascandola è nato a Procida, in provincia di Napoli, il 27 luglio 1902.

Dopo la maturità classica sostenuta presso la Badia di Cava dei Tirreni, ha conseguito la laurea in chimica e il diploma in farmacia all’Università degli Studi di Napoli.

Anzichè avviarsi a esercitare la professione farmaceutica gestendo la farmacia paterna, ha continuato gli studi. Andando dietro alla sua vera passione per i minerali e i vulcani, ha raggiunto la laurea in geologia.

Avviato alla carriera accademica ha svolto attività didattica presso l’Istituto di Mineralogia della Facoltà di Scienze.

Nel 1936, è venuto a Portici «… come sostituto del Prof. Galdieri» è stato chiamato come «assistente volontario senza emolumento» a occupare la cattedra di Mineralogia e Geologia agraria della Facoltà di Agraria. Subito dopo, ne ha ottenuto l’incarico e, ne è diventato direttore. Ha tenuto ininterrottamente l’insegnamento della mineralogia e della geologia agraria fino al 1972.

Insigne studioso di mineralogia e vulcanologo di chiara fama, è stato autore di una cospicua produzione scientifica, costituita da: memorie sui fenomeni vulcanici principali e secondari; «… numerosi studi sulla consistenza del suolo di Procida» e di diverse altre località; studi particolareggiati sul bradisismo puteolano.

Testimone dell’ultima eruzione vesuviana, avvenuta nel marzo del 1944, ne ha raccontato l’evolversi. Nei suoi appunti annotati «… in quelle pagine, nella polemica scientifica con Imbò, è conservata una delle chiavi per strappare i segreti al vulcano».

studiando minuziosamente i componenti della lava emessa durante, ha distinto «… i minerali in tre gruppi: minerali delle lave (clorammonio, ematite, sodalite, nefelina e hauynite, quest’ultima generata dalla leucite), minerali di proiezione (augite ed apatite), prodotti della fase di riposo (tenorile, cotunnite, granulina, zolfo, salgemma e gesso)».

Tra i più rilevanti lavori eseguiti, emergono le collaborazione prestate:

  • all’Enciclopedia Treccani per il riesame della voce Terra, «… la più difficile, la più affascinante»;
  • al Servizio Geologico Nazionale per l’aggiornamento del foglio 184 della carta geologica d’Italia;
  • al Consiglio Nazionale delle Ricerche per lo studio delle variazioni della linea di spiaggia da Gaeta alla Punta Campanella e per lo studio delle sabbie magnetiche dal Garigliano ad Agropoli;
  • al Genio Civile di Napoli per lo studio del bradisismo puteolano.

Pur amando «con tenerezza di fanciullo, la natia terra flegrea; però un tantino si sentiva porticese»

Il professor Antonio Parascandola muore a Portici, nella sua abitazione al viale secondo Melina, il 30 marzo 1977.

Per la sua intensa attività di ricerca scientifica gli sono stati assegnati i premi:

  • Ferruccio Zambonini, indetto dalla Società Reale di Napoli, Accademia delle ScienzeFisiche e Matematiche, nel 1933;
  • dall’Accademia delle Scienze di Napoli.

Inoltre, è  stato:

  • Socio corrispondente dell’Accademia Pontaniana;
  • Socio, fin dal 1921 della Società dei Naturalisti in Napoli.

Tra i suoi scritti, risaltano:

  • Il Vesuvio e le sue eruzioni
  • I fenomeni bradisismici del Serapeo di Pozzuoli
  • Mineralogia e geologia.

Nel 1985, «… lassù, nell’antica reggia, la sua preziosa raccolta di minerali aspetta di essere sistemata». Oggi il Museo mineralogico Antonio Parascandola, costituito nel 1990, elemento del  Centro Museale Musei delle Scienze Agrarie, custodisce le collezioni mineralogiche e petrografiche conservate presso l’Istituto di Mineralogia e Geologia Agraria di Portici.

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