Società

Figli di Portici famosi: Giovanni Ago

di Stanislao Scognamiglio

Si parla spesso di  personaggi porticesi per nascita dei quali si sta perdendo il ricordo. Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Giovanni Ago è nato a Portici, il 30 luglio 1886. Arruolatosi in marina, si è trasferito a Taranto.

Nella città dei due mari, nel 1910, si è iscritto alla locale sezione del Partito Nazionalista.

Acceso interventista della Guerra contro l’Austria, redattore del giornale tarantino Il Nazionalista, ha profuso ogni energia «… a favore dell’entrata in guerra dell’Italia al fianco delle Nazioni alleate, per il riscatto delle terre irredenti».

Ufficiale di carriera della Regia Marina, ha partecipato alle guerre 1911-12, 1915-18 e 1940-45. Per i suoi meriti, è stato più volte decorato: «… tre Cavalierati e molte onorificenze e riconoscimenti, anche esteri tra cui spicca la Medaglia d’Argento del Governo della Gran Bretagna, per segnalati servizi resi durante il periodo bellico 1915-1918».

Dopo l’armistizio, nel 1919, è stato destinato a Zara, in Dalmazia, dove ha mantenuto «… sempre alto tra quella popolazione lo spirito d’Italianità Dalmata con le sue canzoni patriottiche, degne di menzione Camice Rosse e Zara la Santa, musicate dal maestro Gaetano Lama, edite dalla casa Editrice La Canzonetta di Napoli, e O mare chiù bello con musica del maestro Paolo Grimaldi». Le sue composizioni, prodotte nella permanenza zaratina, sono state definite le canzoni della passione.

Nel 1919, «… allorquando il Comandante Gabriele D’Annunzio, si avvicinava a bordo della Nave Cortellazzo al porto di Zara, per sbarcare in quella città con i suoi Legionari – il Governatore della Dalmazia – Ammiraglio Enrico Millo – ordinò di far armare tutti i marinai della base ed inviarli alla banchina per opporre resistenza allo sbarco dei Legionari». Per quanto non sia una sua competenza, lasciato l’ufficio di segreteria, ha assunto il comando degli armati, e, contravvenendo all’ordine dato, si è unito ai Legionari. Invitato a rientrare in caserma, non recedendo dalla sua decisione, fermamente ha risposto: «Sono agli ordini del comandante D’Annunzio».

Il 19 agosto 1919, all’unanimità, per l’incessante attività svolta a favore della Propaganda Nazionale, è stato proclamato socio onorario della Società Nuova Italia di Zara.

Nel 1920, ha aderito al Partito Nazionale Fascista.

Nell’ottobre del 1920, trasferito alla base navale di Taranto, tra le onoranze tributategli dalla cittadinanza ha lasciato la città di Zara ed è rientrato in Italia.

A Taranto, si avvicina agli ambienti politici e culturali della città ionica. Qui, ha fondato i Fasci di Combattimento della provincia ionica. Ritenuto responsabile dell’invio di alcuni giovani a Fiume e della vittoria fascista alle elezioni amministrative, è stato più volte «… minacciato di morte dai comunisti, specialmente dagli operai del Cantiere Navale Tosi».

Dotato di carattere ardimentoso e modestissimo, non ha ritenuto, «… dati i suoi meriti, farsi avanti per occupare posti di comodo».

Lasciato il servizio militare si è trasferito a Portici. Nella città natale ha continuato a svolgere la sua attività socio-culturale. Divenendo, presto, un punto fermo negli ambienti politici e culturali, ha rivestito le cariche di:

«Fondatore e Segretario della Delegazione del Commercio di Portici dal 1926 al 1932;

Fondatore, segretario ed infine Delegato di Sottozona delle Masse Rurali dei Comuni Vesuviani fino al 1933;

Commissario Straordinario dei Sindacati Fascisti dell’Agricoltura per il Comune di Torre del Greco sino al novembre 1932;

Segretario della Sezione Combattenti di Portici dal 1928 al 1932;

Segretario della Sezione Combattenti di San Giorgio a Cremano sino al 1931;

Segretario della Sezione Commercianti  di San Giorgio a Cremano sino al 1932;

Comandante per la zona vesuviana, del Comitato d’Azione Dalmatica sino al 1931;

Fondatore nei Comuni vesuviani con sede a Portici della Sezione Unione Marinara Italiana».

Nel 1936, ha lasciato Portici ed è ritornato a Taranto, dove dai vecchi amici è stato accolto calorosamente.

Nel 1940, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è stato nuovamente richiamato alle armi.

Dopo il definitivo congedo dalla marina militare, nel 1945, ha deciso di stabilirsi per sempre nell’antica città magnogreca.

Dall’anno 1946 al 1950, è stato «… consigliere comunale di Taranto». Membro del consiglio civico ha rinunciato alla carica di «Vice Sindaco, poiché gli veniva offerta da un partito politico opposto alla sua fede».

Sempre attivo nel campo socio-culturale, nella città dei delfini, ha ricoperto l’incarico di segretario della Sezione dei Marinai d’Italia di Taranto e ha fondato la Loggia Massonica degli Illuminati di Puglia e Lucania.

Poeta, autore di innumerevoli «… canzoni napoletane e italiane – se ne contano più di 500 – pubblicate, in prevalenza, da La Canzonetta», molto «in voga durante il periodo della Prima Guerra Mondiale».

Sono suoi i versi e la musica dell’inno dei Marinai d’Italia – Marinai in congedo Pala a Prora.

Negli anni ’70, più volte, ha ricevuto l’invito a inviare testi di sue canzoni inedite al Festival della Canzone Italiana di Sanremo.

Tra i suoi maggiori successi, citiamo: Ammore luntano del 1904, «… ispiratagli da una passioncella amorosa»; La bella Tina del 1915 e Ninetta (La figlia del sergente), «… due motivi in italiano» del 1916.

Novantaduenne, Giovanni Ago muore a Taranto.

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