Società

Radio, che nostalgia!

BATTIPAGLIA (SA) – C’era una volta la radio a valvole, un apparecchio rivestito di legno cui le famiglie si riunivano intorno la sera quando ancora non era arrivata la televisione per ascoltare musica ma anche le notizie sulla guerra del colonnello Stevens di Radio Londra …

C’era una volta la radiolina a transistor, che si tenevano accese per seguire in diretta le partite dalla voce di Nicolò Carosio o magari seguire il mitico programma Hit parade

C’era una volta il radiodramma e l’inconfondibile voce on air di attori come Alberto Lupo, Giorgio Albertazzi e Aldo Giuffrè …

L’essenza del teatro passava così dai palcoscenici illuminati alla radio …

Due mondi diversi, il teatro e la radio, e vincente l’iniziativa della emittente salernitana Radio Castelluccio che con il Teatro Ghione, storico avamposto di cultura nel cuore di Roma diretto da Ercole Palmieri, hanno dato vita ad una suggestiva joint venture: un legame storico che si invertirà in una prospettiva modernissima. Così il teatro entra in radio e la radio entra in teatro, grazie all’innovativo progetto La radio in prima fila sviluppato da Radio Castelluccio.

Martedì 21 marzo dalle 20, in occasione della prima romana di L’Avaro – l’Aulularia di Plauto, con Edoardo Siravo e la regia di Nando Sessa, Radio Castelluccio siederà in prima fila per raccontare ai suoi ascoltatori le emozioni del backstage e della messa in scena attraverso una diretta non stop. Si potrà così vivere l’esperienza teatrale del Ghione semplicemente ascoltando Radio Castelluccio che grazie a nuove tecnologie, trasmetterà in tutta Italia.

Il teatro diventa dunque a portata di click: per seguire lo spettacolo e le interviste agli attori basterà sintonizzarsi sulle frequenze dell’emittente FM 103.200, oppure connettersi in streaming al sito internet www.radiocastelluccio.it, scaricare l’App gratuita sui digital store Google Play e Apple Store, o ancora collegarsi alla pagina https://www.facebook.com/RadioCastelluccioFM tramite il player ufficiale.

Aulularia – L’Avaro di Plauto: con Edoardo Siravo, di Tito Maccio Plauto, regia Nando Sessa. Cast: Lucio Ciotola, Martino D’amico, Stefania Masala, Francesco Maccarinelli, Gabriella Casali, Enzo D’Arco

È la vivacità drammatica, unita all’essenzialità dello svolgimento, a caratterizzare l’Aulularia, ovvero la commedia della pentola d’oro – aulula, pentolina ed aurum, oro, sono i termini di cui è composto il titolo originale. Dominante è la figura dell’avaro, interpretato da Edoardo Siravo, certamente uno dei personaggi più riusciti di Plauto e più imitati nei tratti caricaturali, preso a modello, tra gli altri, da Shakespeare e Molière. Con la sua maniacale ossessione, l’avaro dà vita a tutta la vicenda, mentre la beffa ordita dal servo alla fine si ricompone e lo stesso protagonista, rinsavito dalla sua funesta “malattia”, congeda gli spettatori con un invito ad essere generosi e a non scherzare mai con l’avarizia.

La commedia, diretta da Nando Sessa ed intitolata L’avaro di Plauto per rendere omaggio al genio di Sarsina, è sostenuta da ritmi incalzanti con il gusto per il “botta e risposta”, con battute sapide e frizzanti che rendono più divertenti i sottintesi dei dialoghi.

Alla stimolante “sensualità” lessicale plautina, al gusto per i doppi sensi, i giochi di parole e gli equivoci, cerca di intonarsi la traduzione e l’adattamento di Michele Di Martino, con una significativa e singolare scelta di frasi e parole del latino originale, recitate dagli attori e scandite in metrica nelle parti cantate. E sarà pure questo latine loqui, parlare in lingua latina, un modo per rivivere, ancora oggi, la grandezza del mondo classico, per risalire il fiume dei segni che ci arriva dalla civiltà da cui discendiamo.

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