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Sibilla Aleramo tra passione e poesia

La vita e le opere di Sibilla Aleramo, scrittrice del primo Novecento, tra letteratura, impegno socio-culturale e passione amorosa

di Tiziana Muselli

Un pensiero mi conforta: di quello che ho sofferto io, materialmente e moralmente, molte donne continueranno a soffrire: queste mi capiranno, non solo, mi sentiranno: così la scrittrice, poetessa e giornalista Rina Faccio, in arte Sibilla Aleramo, commenta il suo primo romanzo Una donna pubblicato nel 1906.

Nel libro, Rina narra le sofferenze della sua giovinezza: il dolore dell’autrice assume così un valore esemplare consentendo alle lettrici di identificarsi nella protagonista.

Il volume, ispirato al pensiero femminista, è fuori dai canoni dello stile letterario Otto-Novecentesco, ma ha successo e viene tradotto in più lingue.

La produzione letteraria e giornalistica di Sibilla è intensa, così come il suo impegno politico e sociale.

Marta Felicina Faccio, detta Rina, nasce ad Alessandria il 14 agosto 1876 da Ambrogio, ingegnere, e Ernesta Cottino. La professione paterna induce la famiglia a spostarsi a Milano ed in seguito a Porto Civitanova Marche, dove il padre gestisce una vetreria.

Sibilla Aleramo

La ragazza è costretta ad abbandonare gli studi ma coltiva la passione per la lettura. Rina in seguito affianca il padre nella conduzione della contabilità della fabbrica. La madre, con cui vive un rapporto difficile, è afflitta dalla depressione e tenta il suicidio. Viene poi interdetta in manicomio dove muore nel 1917.

Nel 1892 Sibilla viene stuprata da Ulderico Pierangeli, un impiegato della vetreria. Rina quindi è obbligata a sposarlo un anno dopo. Infatti secondo i costumi dell’epoca, la donna vittima di abuso sessuale, per contenere lo scandalo, doveva contrarre con il suo abusante il cosiddetto matrimonio riparatore.

Dalla loro unione nasce Walter. La cura del bambino sembra restituire a Sibilla un apparente equilibrio. Rina infatti si sente oppressa dalla vita coniugale e dal contesto sociale provinciale che non le permette di esprimere sé stessa. Ciò accade in un periodo storico in cui le donne sono relegate esclusivamente al ruolo di mogli e madri e costrette ad accettarlo passivamente.

Sibilla invece desidera una vita indipendente ed intellettualmente attiva. Si dedica quindi alla scrittura di articoli collaborando con diverse testate giornalistiche tra cui la Gazzetta letteraria, L’Indipendente, Vita moderna.

Nel 1899 si trasferisce a Milano per seguire il marito. Questa occasione le offre la possibilità di collaborare per L’Italia femminile e di introdursi nei salotti letterari dove, tra gli altri, conosce la poetessa Ada Negri ed inizia una relazione con il poeta Guglielmo Felice Damiani.

Sibilla anticipa il movimento femminista degli anni ’70 del Novecento rivendicando la necessità dell’emancipazione femminile: vuole restituire alla donna la propria dignità facendola evadere dal ruolo di regina del focolare dell’immaginario patriarcale.

Tuttavia, sottolinea che l’emancipazione richiede un processo lungo di attuazione. Comprende infatti che il femminismo sia nato invece dalla manifestazione di un malessere nutrito dalle donne che riguarda la loro vita intima e l’amore.

Secondo Sibilla le donne, per ribellarsi alla loro condizione, non dovrebbero emulare l’uomo ma far valere la propria identità approfondendo la conoscenza di sé stesse.

In seguito Ulderico costringe la moglie a ritornare a Civitanova Marche: la vita coniugale per Rina è ormai insostenibile e nel 1902 abbandona il marito e si separa dall’amato figlio, ma la legge di allora non le consente l’affidamento. Rivedrà Walter solo da adulto.

Sibilla si trasferisce a Roma e si lega allo scrittore Giovanni Cena, che le suggerisce lo pseudonimo adottato per evitare ritorsioni da parte del marito. Rina vivrà un’esistenza errabonda tra Firenze, Milano, Napoli e Parigi dove conosce intellettuali ed intreccia relazioni amorose anche omosessuali con molti di essi tra cui Lina Poletti, Vincenzo Cardarelli, Salvatore Quasimodo, Dino Campana, Franco Matacotta.

In particolare, con Campana, Sibilla vive un rapporto tormentato che termina quando il poeta, afflitto da una malattia mentale, sarà internato in manicomio.

Nel 1912 dopo un rapporto infelice con l’intellettuale Giovanni Papini, Sibilla si rifugia in Corsica dove scrive i primi versi dedicandosi alla stesura di Il Passaggio, una biografia lirica.

Lo stile narrativo di Sibilla non è ancora ben definito poiché risente dell’espressione letteraria ottocentesca. Il suo linguaggio è semplice e i contenuti raccontano soprattutto le sue avventure sentimentali. La critica infatti le rimprovera … un travaso tra vita e arte spudorato. La scrittrice vive in ristrettezze economiche a causa dei dinieghi delle case editrici di pubblicare i suoi scritti. Il motivo principale sembra risiedere nel loro contenuto morale ritenuto scabroso e nella vita amorosa dell’autrice eccessivamente libera per quei tempi.

Nei Diari il raccontarsi di Sibilla diviene un’autoanalisi delle proprie vicende esistenziali. Nella narrazione emerge il sogno d’amore che è la sua illusione: la poetessa infatti cerca nei legami sentimentali di soddisfare il bisogno infantile che le fu negato.

Tra le sue opere, i romanzi: Amo dunque sono, Gioie d’occasione, Il frustino.

Tra le liriche: Momenti, Poesie, Sì alla terra.

Dopo l’adesione all’ideologia fascista, si iscrive nel 1946 al PCI visitando le case del popolo e viaggiando. Continua a scrivere articoli collaborando con L’Unità e altri giornali ed è un’attivista per la pace.

Selva d’amore è la sua ultima raccolta di poesie che vince nel 1948 il Premio Viareggio.

Sibilla Aleramo muore a Roma il 13 gennaio del 1960 dopo una lunga malattia.

«Ho fatto della mia vita, come amante indomita, il capolavoro che non ho avuto così modo di creare in poesia».  (Sibilla Aleramo)

 

18 pensieri riguardo “Sibilla Aleramo tra passione e poesia

  • Baldassarre Malandrino

    Non conoscevo questa storia, raccontata molto bene in modo sintetico ma completo di informazioni.

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  • Complimenti Tiziana per la qualità della scrittura e per la sensibilità storica

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  • Rosaria Gisotti

    Tiziana grazie per la tua attenzione e presentazione di una donna tribolata con un vissuto tanto intenso quanto vittorioso per una rinascita – rivincita del genere femminile.

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  • Grazie infinite. Una donna che va ricordata.

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  • Tiziana , la tua sensibilità e delicatezza, fanno da padrona anche in questo articolo complimenti ancora ❤️

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  • Ferma Migliaccio

    Bravissima Tiziana❤️Grazie per questa descrizione.

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  • Bravissima Tiziana❤️Grazie per questa descrizione.

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  • Giuseppina Boccia

    Grazie Tiziana per questo scritto, non conoscevo l’esistenza di questa donna . Complimenti per rendere storie così intensedi una scorrevolezza unica. Attendiamo che tu ci faccia conoscere la storia di qualcun altro ❤️
    Tvb amica mia, a presto

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  • Tiziana grazie a te ho conosciuto la storia di Sibilla Aleramo che della “sua vita ne ha fatto un capolvaro” grazie alla sua forza e coraggio

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  • Grazie Tiziana, mi hai dato l’opportunità di conoscere una donna unica come poche dal coraggio silente di tante. La citazione è una dichiarazione potente! Ha dovuto adattarsi creativamente alla realtà vivendo l’amore così come merita di essere vissuto: in libertà e con coraggio! Esattamente come la vita ❤️… Un pensiero: lasciamo al coraggio il posto della paura e sentiamoci vive

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  • Tiziana Muselli

    Grazie a te Patrizia per questa preziosa osservazione.

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  • Una storia lunga e travagliata di una donna che rivendica la sua libertà ad amare . Troppo moderna per quell’epoca,ma lei si è battuta con fierezza per averla . Complimenti Tiziana per averci raccontato di lei.

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    • Tiziana Muselli

      Grazie mille per l’attenzione. Sibilla Aleramo vivrà non solo attraverso le sue opere letterarie, ma anche in tutti coloro che riconosceranno il suo spirito.

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