Cultura

Storia della chiesa della Pietrasanta

di Michele Di Iorio

L’Ordine dei Cavalieri Templari, fondato nel 1118, era diffuso in tutta Europa.

In Campania avevano molti possedimenti, chiese e ospedali. Come risulta dai Regesta angioini a Napoli vi furono due templari in successione temporale che ebbero la funzione di tesorieri regi sotto Carlo d’Angiò. Dopo il 1266 i Templari effettuarono in appalto la gabella portuale fino al 1307, nella zona dove in epoca spagnola sorse la caserma della Gran Gabella e quindi Gran Dogana con i Borboni, l’attuale caserma Zanzur, sede della Guardia di Finanza.

Secondo altri documenti angioini della nobile famiglia dei principi Gaetani i Templari possedevano una fattoria a Pozzuoli in località Cuma o bacoli, una domus agraria a Poggioreale, dove ora sorge il cimitero, e una domus centrale al Campo del Moricino nei pressi di piazza Guglielmo Pepe, e un’altra nel decumano centrale, odierna via Tribunali, che nell 1307 venne sequestrata dalla casa reale angioina per farne un ospizio reale per uno dei figli cadetti del re d’Angiò.

Al Campo del Moricino sorgeva la chiesa di San Giovanni a Mare con ospedale crociato dei Cavalieri di Malta, non distate da quella gotica di Sant’Eligio, costruita dal 1270 da tre cavalieri francesi, con annesso ospedale. Il complesso di Sant’Eligio passò poi alla Corporazione degli artigiani della zona.

Molti sono i luoghi di Napoli dove è ancora visibile la presenza Templare, così come tanti i personaggi che vi hanno risieduto, come il Gran Maestro de Molay.

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In via Tribunali si trova la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.

L’edificio sacro venne eretto su antichi luoghi di culto. In origine vi si trovava il tempio greco di Artemide, poi di Diana in epoca romana, dove officiavano le sacerdotesse, dette  janare dal nome della dea.

Nel 514 d.C. per ordine del vescovo Pomponio sulle rovine venne edificata la chiesa di Santa Maria in Sole e Luna. Nell’800 d.C. fu elevata a diaconia con Attanasio. Era tra le sette chiese più antiche di Napoli, officiata da monaci benedettini, che curavano uomini e animali con erbe, in particolare le donne che soffrivano per parti difficili. Nel 1588 divenne abbazia con l’abate Caracciolo che creò il nuovo ordine dei i Caracciolini, di derivazione benedettina.

Il campanile di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta risale al 900 d.C. Unico a Napoli nel suo genere architettonico, incorpora colonne e muri greci e romani preesistenti che riportano figure care agli antichi ermetisti medioevali.

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L’edificio sacro venne restaurato intorno al 1657, e durante i lavori, eseguiti dal bergamasco Cosimo Fanzago, fu rinvenuta la famosa Pietra Santa portata da pellegrini da Gerusalemme, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore  di Sion e benedetta dal papa nell’anno 533. Da questa pietra la chiesa basilicale prese così il nome.

Nel 1808 i monaci furono sciolti da Gioacchino Murat e la chiesa rimase abbandonata. Nel 1833 la struttura fu donata ai Pompieri borbonici della vicina caserma in via del Sole, che la restaurarono.

Colpito ripetutamente da numerosi bombardamenti aerei nella II Guerra Mondiale, saccheggiato dai ladri a più riprese, il complesso monumentale della Pietrasanta rimase chiuso.

Nel 2009 iniziò un nuovo restauro: sotto la struttura vennero rinvenuti misteriosi camminamenti artificiali risalenti al periodo tra il 1200 e il 1300. Questi cunicoli ipogei passano sotto l’attuale Istituto Diaz e scendono verso l’antica via del Sole fino alla Cappella e Palazzo Sansevero in piazza San Domenico Maggiore per poi risalire verso via Tribunali ad angolo con via Nilo e di via Atri, terminando dunque alla chiesa.

Nell’aprile 2011 i restauratori, diretti dallo speleologo Luca Cutitta, trovarono 12 croci incise sulle pareti dei cunicoli. Le  croci sembrano templari, di tipo quadripartite del 1400 o del 1300 circa con il Signaculum Domine, simbolo medioevale di corporazione o ordine cavalleresco. È stata rinvenuta anche una croce latina a triangolo rovesciato che ricorda la coppa di Cristo che contiene il soma, la bevanda dell’immortalità, il Santo Graal.

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I lavori continuarono lungo i sotterranei e nel 2014 nel camminamento dalla Pietrasanta alla chiesa di Santa Maria della Pietà, la Pietatella o Cappella Sansevero, vennero rinvenute altre 23 croci simili, per un totale di 36, tutte di fattura templare. Secondo alcuni il percorso è lo stesso riportato in codice antico sul bugnato della chiesa del Gesù Nuovo in piazza del Gesù, dove un tempo vi era la fontana egizia di Morfisia del 67 d.C., alimentata dall’acqua del Sebeto, la fontana dell’immortalità, trasferita dal 1656 all’interno del complesso monumentale.

A cosa portano dunque questi rinvenimenti arcani? Secondo alcuni la Pietrasanta era la pietra angolare del Tempio di Gerusalemme. Una pietra divina…

 

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