Un graffito cambia la data dell’eruzione del Vesuvio del 79 a.C.
POMPEI (NA) – Continuano gli scavi della Regio V e portano alla luce nuovi elementi: sui muri della Casa con giardino un graffito a carboncino che riporta la data del sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, ovvero il 17 ottobre.
L’edificio in quei giorni era in ristrutturazione, e fu probabilmente fatta da uno degli operai. L’atmosfera in città era tranquilla: le scosse di terremoto che si avvertivano da un anno venivano attribuite alla collera degli dei, non alla “montagna” Vesuvio. Ricoperto da fitta vegetazione e vigneti, il vulcano non eruttava da secoli, e si era persa memoria della sua pericolosità.
Per il direttore generale degli scavi archeologici dell’area vesuviana Massimo Osanna si tratta di «… un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri».
Il ritrovamento del graffito a carboncino è una scoperta eccezionale che supporta dunque la teoria secondo la quale la terribile eruzione sia successiva al 24 agosto del 79 a.C.
Estrapolata dalla lettera di Plinio il Giovane a Tacito la frase nonum kal septembres – nove giorni prima delle calende di settembre – gli studiosi avevano stabilito che la data precisa fosse quella. Forse fu un errore di trascrizione di uno dei tanti ammanuensi che ricopiarono la lettera. Ma l’analisi filologica del passo di quello che è considerato un vero e proprio reportage di 2000 anni fa con molta probabilità fu eseguita su un dato errato e quindi l’eruzione esplosiva del Vesuvio che portò alla devastazione di tutta l’area circumvesuviana venne collocata in un giorno sbagliato.
Ultimamente aveva preso piede la teoria che invece il cataclisma naturale fosse avvenuto dopo il 24 agosto: Tacito stesso, con il conforto di altre fonti, citava un periodo diverso, ma l’ipotesi era anche supportata dal recente ritrovamento di una moneta coniata per celebrare la XV acclamazione dell’imperatore Tito, che avvenne dopo l’8 settembre del 79 a.C.
E il ritrovamento del graffito sembra confermala.