Un’influenza da record
Il bilancio della stagione epidemica 2024-25 dimostra che quest’anno l’influenza è stata da record. L’importanza della copertura vaccinale
Carlo Alfaro
L’epidemia di influenza e sindromi simil-influenzali del 2024-25 in Italia è stata particolarmente intensa, raggiungendo il numero record, secondo il rapporto dell’Istituto superiore di sanità (che monitora la situazione epidemiologica tramite i Medici sentinella della rete di sorveglianza RespiVirNet), di 16 milioni e 129 mila casi stimati.
Si tratta di un primato mai raggiunto nelle precedenti stagioni influenzali, che ha superato di circa 1 milione e mezzo di casi il numero dello scorso anno, già da record. Quest’anno è anche aumentata la durata dell’influenza, fino a 10 giorni, oltre ad essersi verificati tanti casi gravi e importanti.
La stagione influenzale ha avuto un picco di incidenza nella quarta settimana di gennaio, con circa 1.021.000 nuovi casi in una sola settimana. Maggiormente colpite le Regioni: Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna; Basilicata e Calabria, che non hanno attivato la sorveglianza epidemiologica. L’incidenza maggiore si è avuta nei bambini sotto i cinque anni.
Stagione influenzale particolarmente virulenta anche in Europa e negli USA. Mentre lo scorso anno il virus dell’influenza A del tipo H1 è stato responsabile di circa il 90% dei casi, quest’anno c’è stata una co-circolazione di tre ceppi di virus influenzali: A/H1N1, A/H3N2 e virus di tipo B/Victoria, con una predominanza del ceppo H1N1.
Altri virus respiratori che hanno circolato molto, causando sindromi simil-influenzali o influenza-like (ILI), che rientrano nel novero totale dei casi, sono stati: Rhinovirus, Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), SARS-CoV-2 (Covid), Adenovirus, Metapneumovirus, Parainfluenzali, Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2 e Bocavirus.
Quanto invece alla minaccia dell’Influenza aviaria, sul portale RespiVirNet non è stato segnalato nessun campione positivo per influenza di tipo A “non sottotipizzabile” e/o appartenente ad altro sottotipo, come il tipo A/H5(aviaria).
Per difendersi dall’influenza esiste un’arma di prevenzione: il vaccino anti-influenzale, che non protegge dalle forme di ILI ma almeno abbatte la percentuale di casi legata all’influenza propriamente detta.
La campagna di vaccinazione antinfluenzale 2024-2025 è iniziata in anticipo rispetto agli anni precedenti, il 7 ottobre 2024, con l’obiettivo di migliorare la copertura vaccinale e ridurre la diffusione del virus. A livello nazionale, i dati disponibili indicano una diminuzione della copertura vaccinale rispetto alla stagione precedente: 53,3% nella fascia di età over 65, in calo rispetto al 56,7% della stagione 2022-2023.
Il calo delle coperture potrebbe essere in gioco nell’incremento di casi. Uno studio pubblicato sulla rivista Eurosurveillance ha analizzato l’efficacia del vaccino antinfluenzale per la stagione 2024/25. Condotto dal gruppo European Influenza Vaccine Effectiveness | IVE, lo studio riporta dati provenienti da 8 studi europei condotti in 17 Paesi tra settembre 2024 e gennaio 2025.
Le analisi mostrano che l’efficacia complessiva del vaccino per l’influenza A varia tra il 32% e il 53% negli ambulatori di Medicina generale e tra il 33% e il 56% negli ospedali.
Per l’influenza B, l’efficacia si attesta su livelli superiori, con valori pari o superiori al 58% in entrambi i contesti. L’analisi stratificata per fasce d’età evidenzia un’efficacia vaccinale inferiore negli over 65 rispetto ad altre categorie di età, specialmente per l’influenza A/H3N2).
Per quanto riguarda i bambini, gli studi documentano che la vaccinazione antinfluenzale riduce il rischio di ospedalizzazione tra il 64% e il 78%. Uno studio pubblicato su Vaccine ha analizzato l’efficacia dei vaccini antinfluenzali vivi attenuati quadrivalenti (LAIV-4) e inattivati (IIV) nei bambini italiani durante le stagioni influenzali 2022-2023 e 2023-2024, considerando oltre 65.000 bambini nel 2022-2023 e oltre 72.000 nel 2023-2024, dal database pediatrico Pedianet. I risultati hanno mostrato che LAIV-4 ha avuto un’efficacia complessiva del 43% e IIV ha mostrato un’efficacia del 54%.
Questi dati confermano che entrambi i vaccini offrono una protezione moderata contro l’influenza nei bambini, con un’efficacia tendenzialmente maggiore per IIV.
In conclusione, non ci resta che sperare che una maggiore copertura vaccinale e l’individuazione di vaccini efficaci possa consentire nella stagione epidemica 2025-2026 un impatto meno violento dei virus respiratori sulla popolazione.