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Ventilatori polmonari prodotti al Sud

Emergenza Coronavirus negli ospedali: le aziende meridionali insieme per produrre ventilatori polmonari

NAPOLI – Le aziende del Sud in joint venture per far fronte all’emergenza da Covid-19: supportano l’aumento della produzione di ventilatori polmonari, ultima barriera contro la degenerazione patologica del coronavirus.

La disponibilità dei ventilatori polmonari, infatti, non è più sufficiente a coprire il fabbisogno straordinario di questo drammatico periodo negli ospedali, non solo in Italia ma anche all’estero.

Partito dal Politecnico di Bari, rilanciato dalla Regione Campania, l’appello alle industrie tecnologiche del Meridione è stato subito raccolto da alcune fra le più avanzate aziende del territorio.

L’avvocato Francesco Acanfora, consulente della Confederazione Italiana di Sviluppo Economico, presidente del comitato di controllo dell’area di sviluppo industriale di Napoli, ha sottolineato:« … quale consulente di primarie aziende del settore, ho subito condiviso l’appello dal Politecnico di Bari.  Le migliori aziende del territorio hanno immediatamente aderito, ma non possiamo attendere i tempi di un nuovo progetto. Adesso occorre con urgenza che chi detiene il know-how lo condivida con chi può moltiplicare la produzione. In mancanza, intervenga il governo per consentirlo accelerando al massimo.»

«Noi di Dema – ha affermato Renato Vaghi, amministratore delegato della società specializzata nella produzione di aerostrutture – abbiamo aderito a questo progetto offrendo le nostre capacità ingegneristiche e industriali per la realizzazione dei ventilatori per la respirazione assistita necessari a contrastare l’emergenza. Purtroppo i tempi di diffusione del virus non sono compatibili con lo sviluppo e la certificazione, anche emergenziale, di soluzioni nuove, a causa dei tempi di progettazione e testing. Per questo è prioritario agire immediatamente per dar corso all’iniziativa.»

«Noi della Desa – ha evidenziato Marco Isernia, direttore di Desa Engeneering – pur avendo un know-how e tecnologie in settori diversi, riteniamo che l’unica soluzione possa essere quella di mettersi a disposizione di chi già abbia le adeguate competenze e che voglia condividerle al fine di incrementare la capacità produttiva dei ventilatori polmonari, ora più che mai necessari per contrastare l’emergenza.»

Fabio De Felice, presidente di Protom, ha invece sottolineato l’aspetto solidaristico delle aziende meridionali «... che mostrano la capacità, in un brevissimo lasso di tempo, di mettere a disposizione dell’unità nazionale e regionale tutte le competenze ingegneristiche e produttive necessarie, lasciando da parte qualsiasi personalismo e aspetti legati alla concorrenza per convergere tutti su un unico obiettivo, quello di dare una mano al nostro Paese, martoriato in un grande momento di difficoltà.»

Anche Giuseppe De Tomaso, AD di ATM ha confermato di aver raccolto volentieri l’appello «… in questo momento così difficile, per cui abbiamo dato tutta la nostra disponibilità per convertire parti dei nostri impianti nella produzione degli apparati respiratori.»

N.E.S. – azienda tecnologicamente  avanzata nel manufacturing elettronico – per voce del suo Amministratore Marco Punzo, ha aderito e metterà immediatamente a disposizione di questo progetto le sue «…attrezzature e la sua capacità ingegneristica e produttiva per produrre il cuore elettronico del prodotto.»

Infine, Antonella Ciaramella consigliere della Regione Campania, ha concluso indicando il necessario ruolo delle istituzioni: «… il mio ruolo è quello di fare da tramite tra imprenditori, servizio pubblico informativo e istituzioni competenti, con l’obiettivo comune di salvare quante più vite possibile, senza dimenticare di fare la nostra parte restando a casa.»

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