biografie

A volte ritornano: il Gatto Mammone

di Michele Di Iorio

Il tristemente famoso Gatto Mammone, che terrorizzava i bambini nelle fiabe tradizionali, era al secolo Gaetano Colletta di Sora, malvivente sanguinario, che abbiamo già incontrato.  Morto nel gennaio del 1802, sembrava ristretto alla sua morte fisica, eppure dal 1806 al 1807 ricomparve  in Ciociaria, fino a Gaeta e nell’alto Casertano. Ritornò infatti l’orrore con assalti improvvisi a soldati francesi. Sgozzati e decapitati, i loro crani venivano riempiti di vino e sangue umano.

Questo terribile “fantasma” si spostò nel Molise arrivando poi in Abruzzo, restando attivo fino al 1815.

In realtà si trattava dei fratelli di Gaetano Colletta, Luigi e Francesco, che perpetuavano il terrificante mito di  Gatto Mammone.

Rispolverarono i metodi sanguinari e crudeli del defunto fratello, spargevano la voce tra contadini e popolani e soldati francesi che Mammone era ritornato dalla morte per vendicarsi dei nemici.

Confluiti nella banda di Fra’ Diavolo, Luigi e Francesco Colletta, dopo la sua impiccagione si diedero alla macchia, entrando in bande di guerriglieri borbonici e di briganti abruzzesi.

Pressati dal nuovo governatore straordinario generale Manhes, che nel 1810 aveva represso i briganti calabresi, dovettero fuggire nel vicino Molise, dove si legarono alla potente banda Vardarelli, continuando quelle atrocità che sembravano essere un tratto distintivo di famiglia.

Ne 1815, al ritorno del re  Ferdinando a Napoli, ripararono nella natìa città di Sora, sperando chei beni paterni fossero stati dissequestrati, ma i cittadini spaventati dal ritorno del sinistro  Mammone avvertirono le autorità.

Nella notte vennero arrestati e tradotti in catene a Gaeta, dove inutilmente confidarono nela clemenza del re borbonico.

Luigi e Francesco Colletta, fratelli di Gaetano, il vero Gatto Mammone, finirono ugualmente uccisi dal veleno nel sonno …

E il Gatto Mammone venne definitivamente relegato nelle favole.

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