arteCultura

È ritornato l’occhio

Un grande piccolo traguardo: la sinergia tra istituzioni e privati rimette al giusto posto l’occhio in tarsia di marmo

di Tonia Ferraro

PORTICI | CITTÁ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nella Sala Cinese della Reggia borbonica, sede del Dipartimento di Agraria dell’Ateneo Federico II, in via dell’Università giovedì 4 maggio si è tenuta la presentazione in conferenza stampa di La ricostruzione dell’occhio in pietre dure dello scalone monumentale della reggia di Portici.

Dopo i saluti istituzionali del professor Danilo Ercolini, Direttore del Dipartimento di Agraria, sono intervenuti il professor Stefano Mazzoleni, Direttore di MUSA | Musei della Reggia di Portici, l’architetto Mariano Nuzzo, Soprintendente SABAP dell’area metropolitana di Napoli e l’architetto Celeste Fidora, Presidente dell’Associazione Amici delle Ville e dei Siti vesuviani.

Le parole di tutti i presenti sono state di grande soddisfazione per questo nuovo tassello e della compartecipazione al recupero di privati e aziende che si aggiunge alla minuziosa opera di recupero della Reggia borbonica che – bisogna sottolinearlo – giunta noi in discrete condizioni grazie alla sua funzione di sede di Scuola Superiore per l’Agricoltura, infine diventata Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II.

In particolare, nel suo intervento l’architetto Fidora ha ripercorso la storia di questo occhio. Ritrovata una fotografia scattata dell’architetto Sergio Attanasio nel 1998 durante la bellissima serie di Itinerari Vesuviani, le visite guidate proprio da Celeste Fidora nei luoghi borbonici. Una manifestazione di lusinghiero e meritato successo che si svolse nell’arco di oltre 25 anni, prima di essere inspiegabilmente interrotta.

Ritrovata la foto, dunque, e sapendo che l’occhio, posizionato a lato all’ultimo gradino dello scalone monumentale della Reggia, era scomparso, nacque subito l’idea di ricostruire, in base all’immagine, la tarsia di marmo riposizionandola nel vano desolatamente vuoto lasciato dall’esperto ladro.

Quindi, la progettazione, l’approvazione della Soprintendenza e il permesso dell’Ateneo Federico II, la realizzazione dell’occhio venne affidata al Maestro intarsiatore Giovanni Menzione, dello sponsor Menzione Marmi S.r.L., che ha sostenuto l’iniziativa insieme con il CDS | Centro Diagnostico San Ciro e lo Studio oculistico Carlo Buongiovanni.

Un’opera certosina e un’attenta scelta dei marmi per riprodurre fedelmente l’originale: bardiglio scuro per il sopracciglio, onice cappuccino per la bordatura ellittica di contorno, giallo Siena per le palpebre, rosso collemandina per la caruncola lacrimale, nero del Belgio per la pupilla, bardiglio chiaro per l’iride, bianco statuario per la sclera.

La conferenza si conclusa con un brindisi: il Direttore Danilo Ercolini, da perfetto padrone di casa, ha stappato una bottiglia di millesimato con etichetta celebrativa dei 150 anni di Agraria, appena compiuti.

I numerosi presenti sono quindi sono passati allo scalone monumentale del lato mare della Reggia per la cerimonia nel corso della quale l’architetto Celeste Fidora ha scoperto la tarsia dell’occhio.

Un piccolo occhio, ma, che sia un riferimento simbolico del sovrano Carlo di Borbone o, come sembra, punto da dove osservare con effetto tridimensionale la scenografia prospettica della volta realizzata da Vincenzo Re, un’opera grandissima.

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