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Giornata mondiale dell’igiene delle mani

Carlo Alfaro, Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi (Na), ove è titolare di Incarico professionale di consulenza, studio e ricerca di Adolescentologia, spiega come e quando sia necessaria l’accurata igiene delle mani

Dal 2005, ogni anno il 5 maggio l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) promuove una giornata internazionale dedicata all’igiene delle mani.

Un gesto semplice e naturale, quasi automatico, eppure così importante, addirittura fondamentale per salvare vite umane. Una pratica che, a seguito della pandemia da Covid-19, è venuto alla ribalta come mantra essenziale per la prevenzione contro la trasmissione del Sars-CoV-2, come delle altre malattie trasmissibili.

Pochi secondi possono salvare una vita, è il claim dell’edizione 2021. Secondo l’Oms, 1 paziente su 10 contrae un’infezione mentre riceve cure sanitarie e molte di queste infezioni possono risultare resistenti agli antibiotici. L’igiene scrupolosa delle mani può prevenirle, riducendo almeno del 30-50% le infezioni ospedaliere.

L’igiene delle mani è dimostrata dagli studi essere una delle azioni più efficaci per ridurre la diffusione degli agenti patogeni e prevenire le infezioni in tutti i contesti, in quanto rimuove i microrganismi che possono essersi depositati sulla pelle attraverso micro-gocce presenti nell’aria o attraverso il contatto con oggetti o superfici contaminate.

L’invito dell’Oms è indirizzato a tutti: operatori sanitari, responsabili delle strutture, decisori politici, pazienti e familiari, vaccinatori, popolazione generale. Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone.

In assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani a base alcolica, che vanno applicati su mani asciutte e sono indicati solo se le mani non sono visibilmente sporche.

Una corretta igiene delle mani richiede che si dedichi a questa operazione non meno di 40-60 secondi per il lavaggio con acqua e sapone e non meno di 30-40 secondi se si usano igienizzanti a base alcolica.

Uno studio pubblicato sull’American Journal of Infection Control nel 2019 ha trovato che il miglior metodo di lavaggio delle mani in ospedale prevede un lavaggio di 30 secondi, anziché di 60 come consigliato dall’Oms, ma ripetuto due volte consecutivamente.

L’igiene delle mani va fatta con uno sfregamento accurato delle superfici cutanee, sul palmo, sul dorso e nello spazio tra le dita. La temperatura dell’acqua deve essere superiore ai 25 gradi.

Meglio chiudere dopo il lavaggio delle mani il rubinetto dell’acqua o toccare la maniglia della porta con un fazzolettino di carta per non contaminarle di nuovo.

Il lavaggio delle mani è particolarmente importante in alcune situazioni, ad esempio prima di mangiare o maneggiare alimenti, somministrare farmaci, medicare o toccare una ferita, applicare o rimuovere le lenti a contatto, usare il bagno, cambiare un pannolino, toccare un ammalato, o dopo aver tossito, starnutito o soffiato il naso, aver toccato cute e mucose, aver avuto stretto contatto con persone ammalate o i loro oggetti, essere stati esposti a fluidi biologici, avere avuto contatto con animali, aver usato il bagno, aver cambiato un pannolino, aver toccato cibo crudo, aver maneggiato spazzatura, aver toccato oggetti toccati da molte persone o soldi, aver usato un mezzo di trasporto o soggiornato in luoghi molto affollati.

Poiché l’età infantile è’ quella in cui gli individui creano le basi del loro stile di vita futuro, è importante insegnare ai bambini sin da piccoli l’importanza e la modalità corretta di igiene delle mani.

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