Cultura

Il Cinema, Mamma non vuole

NAPOLI – Ventritrè minuti per illustrare attraverso un cortometraggio una storia vera che vede protagonista un papà al quale non è permesso di vedere il proprio figlio. Mamma non vuole, il corto proiettato in anteprima internazionale al Capri Hollywood Film Festival appena concluso, ha ricevuto applausi e grandi riscontri persino dagli addetti ai lavori come il produttore e regista Carlo Vanzina e l’attore Sebastiano Somma.

Il cortometraggio diretto dal regista Antonio Pisu e prodotto ed interpretato da Amedeo Gagliardi, con attori del calibro di Giancarlo Giannini, Naike Rivelli, Florinda Vicari, Ninni Salerno, Fabio Ferrari, Niccolò Centioni e Brigitta Kocsis, ha come soggetto un tema molto delicato, quello della Pas (Parental Alienation Syndrome), la sindrome da alienazione genitoriale che coinvolge i figli dei genitori separati sviluppandosi nel contesto dei conflitti per la loro custodia.

Il film, girato nel 2016 a Bologna ed uscito in Italia a settembre scorso, racconta la storia vera di un padre, il dottor Alessandro Lamberti, interpretato da Amedeo Gagliardi, al quale non è permesso vedere il figlio da 6 anni e mezzo. Il problema della vacatio giuridica diventa così, attraverso il prodotto cinematografico proposto dal produttore salernitano Gagliardi, un atto di denuncia che parte proprio dalla Campania.

«Purtroppo la mia, oltre ad essere un’opera cinematografica, è una testimonianza diretta avendo vissuto sulla mia pelle un’esperienza come quella descritta nel film  – esordisce Amedeo Gagliardi – Il progetto proposto nel mio corto, in attesa di realizzare un lungometraggio, intende essere un manifesto culturale che deve sensibilizzare tutti coloro che hanno in mano le governance legislative e devono garantire nella forma più equa le soluzioni migliori per i figli e per i genitori. Solo in Italia sono oltre 2 milioni i papà, ai quali si aggiungono i figli per un totale di circa 5.000 milioni di soggetti, coinvolti sul tema e questo dato cresce in maniera esponenziale se consideriamo il coinvolgimento di tutti i gradi di parentela come: suoceri, nonni e zii. In Italia la legislazione è carente sul tema e da anni libere associazioni cercano di portare nelle sedi istituzionali il tema affinché sia regolamentato in modo efficace, con il mio contributo cinematografico e sfruttando la forza di divulgazione sociale che il cinema ha, spero di far emergere maggiormente il problema e magari auspicando una seria riflessione delle Istituzioni che devono legiferare in materia».

Il tema sociale proposto nello short movie Mamma non Vuole evidenzia che in Italia una percentuale del 45% delle coppie separate generano sui figli impatti emotivi che incideranno sulla loro crescita. Una statistica dell’ISTAT indica che ogni 3 minuti una coppia si separa e ogni 7 minuti un figlio viene ingiustamente allontanato da un suo genitore, ma i numeri diventano incredibili anche per le tasche dello Stato: la gestione di questo tema comporta un costo medio giornaliero per ogni bambino di circa 200 euro. Moltiplicando queste diarie ne consegue che ogni giorno la spesa statale impiega da 2.240.000 a 9.600.000 euro che complessivamente, in un anno, può variare da 817 milioni di euro a oltre 3 miliardi di euro.

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