Cultura

Il Complesso di San Gaudioso

Una passeggiata nel cuore dell’antica città greca ci porta alla ri-scoperta di testimonianze quasi dimenticate: il complesso monastico di San Gaudioso

di Antonio Vitale

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI –  Intorno al Policlinico Vecchio, attualmente Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli,  si trovano i resti di un tesoro di arte unico nel suo genere, il Complesso di San Gaudioso.

La  struttura religiosa si trova in vico San Gaudioso, e comunica con la Clinica universitaria Odonto-Stomatologica, alla quale si accede dal vico Luigi de Crecchio.

Il monastero del venne fondato nel V secolo dal vescovo di Bitinia Settimio Celio Gaudioso. Proveniente dall’Africa, naufragò a Napoli dove si stabilì in quella che era l’Acropoli della città Greco-Romana, in prossimità di strutture pagane che versavano in uno stato di abbandono.

Dopo tre secoli il convento cadde in rovina ma venne fatto restaurare nell’anno 780 dal vescovo di Napoli Stefano II. Nel 790 divenne la dimora  di monache benedettine. Accanto fu edificata una Basilica dedicata a Santa Fortunata.

Anticamente la collina di Sant’Aniello a Caponapoli veniva considerata un luogo dove si respirava aria salubre, tant’è vero che la Beata Maria Lorenza Longo vi fondò nel 1530, nelle immediate vicinanze, l’ Ospedale Santa Maria del Popolo degli Incurabili con l’annesso Monastero delle 33.

Successivamente, tra il XVI e il XVII secolo, ci fu un ampliamento anche del complesso di San Gaudioso, nel 1560, grazie all’opera di Giovanni Francesco di Palma, che ne progettò il chiostro.

Successivamente un nuovo restauro venne realizzato da Cosimo Fanzago, che intorno al 1630 fece costruire la scala  marmorea che si vede da via San Gaudioso con il  rifacimento dell’insula.

Durante gli scontri della repubblica napoletana del 1799 il monastero fu saccheggiato e la Chiesa incendiata: scomparverocosì le  importanti opere pittoriche di artisti barocchi come Battistello Caracciolo, Francesco Solimena e Luca Giordano.

Il monastero, dal 1807 al 1819 ospitò l’Osservatorio astronomico e successivamente quello della Marina. Nel 1883 fu convertito in sede della clinica universitaria, Venne demolito completamente nel 1920 per realizzarvi i nuovi edifici del Policlinico.

Dell’antico monastero son ancora visibili alcune strutture, come l’Arco del Fanzago con la bellissima scala in piperno ed il muro perimetrale con il portale in piperno e marmo e pochi elementi del chiostro. Attualmente questo spazio è occupato da un bel giardino, dove si possono scorgere capitelli di colonne presumibilmente di epoca greca.

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