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Il Racconto, Pasqualino Rock & Roll

Una persona semplice, fiduciosa e benvoluta da tutti. Pasqualino viene però catapultato in una dimensione a lui estranea … 

di Giovanni Renella

Tratto da Don Terzino e altri racconti, Graus Edizioni (2017)

Quell’andatura sbilenca lo accompagnava da quando aveva imparato a camminare.

Una malformazione della colonna vertebrale, gli avevano spiegato i medici quando aveva raggiunto l’età della ragione.

Lo strano assetto che assumevano le sue gambe in posizione eretta, per consentirgli la deambulazione, conferiva al suo incedere un’andatura altalenante.

Anche il busto era coinvolto nel disperato tentativo di trovare l’equilibrio durante le sue camminate.

Sembrava che si muovesse a passo di danza, più precisamente del vecchio rock & roll stile Elvis.

Per questo, nel quartiere, era stato soprannominato Pasqualino Rock & Roll.

La sorte, oltretutto, non l’aveva fatto nascere nella famiglia giusta e così, sulla soglia dei quarant’anni, si ritrovava senza alcun titolo di studio a fare il garzone del salumiere.

Lì, dove viveva, gli volevano tutti bene, anche quei lazzari che gli avevano affibbiato il nomignolo, che lo stesso Pasqualino trovava, ormai, divertente.

Non aveva grandi rimpianti per ciò che non aveva potuto fare nella vita e si accontentava di poco.

Come tutte le persone semplici, non riuscì a intuire in tempo l’inganno celato dietro una richiesta che gli era sembrata innocente: Don Nicola, il capo reparto dell’ufficio anagrafe del Comune, quella mattina gli aveva chiesto di tenere d’occhio il portone di casa sua, perché aspettava la visita di un nipote proveniente da fuori città e voleva essere avvisato del suo arrivo, per fargli una sorpresa.

Non appena il giovane avesse bussato al suo campanello, Pasqualino avrebbe dovuto correre a chiamarlo.

Pasqualino non riusciva a credere di potersi rendere utile a don Nicola, che era sempre gentile con lui.

Così, appena vide la figura di quel bel giovane entrare nel portone dell’impiegato dell’anagrafe, corse subito in Comune ad avvisarlo.

Don Nicola lasciò in fretta e furia l’ufficio e si avviò spedito verso casa.

Pasqualino, euforico per aver svolto bene l’incarico che gli era stato affidato, ripercorse col suo passo altalenante la strada che prima aveva percorso di gran lena.

Il rumore secco di due colpi lo raggiunse proprio mentre passava davanti al portone che aveva sorvegliato per buona parte della mattinata.

Il trambusto che seguì l’arrivo della Polizia non aiutò Pasqualino a comprendere cosa fosse accaduto.

La gente del quartiere gli spiegò, poi, che Don Nicola aveva ucciso la moglie e il suo giovane amante.

Annichilito dalla notizia, Pasqualino si sentì complice e responsabile dell’accaduto.

Vagò per ore, apparentemente senza meta.

Si ritrovò, che era già notte, a camminare, a passo di rock & roll, lungo i binari della ferrovia.

Sconvolto dal rimorso, non vide le luci del treno che si avvicinava.

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI.

Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017).

Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai.

Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea.

Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”.

Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik.

Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020.

Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik.

Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik.

A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.

 

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