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Il Racconto: A piedi nudi sull’erba

L’afa asfissiante, la voglia di fresca natura possono risvegliare il ricordo di vecchi  e bellissimi film d’amore film come A piedi nudi nel parco …

di Giovanni Renella

Quella macchia di verde nei pressi di casa esercitava sui suoi sensi, appannati dal caldo asfissiante, un’attrazione irresistibile: peccato che di lì a poco si sarebbe rivelata fatale!

Camminava con al guinzaglio il suo riluttante amico a quattro zampe, che dava l’impressione di essere rassegnato a seguirlo più per affetto che per la necessità fisiologica di espletare i propri bisogni.

L’anticiclone Cerbero picchiava duro e non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse il “genio” che desse i nomi alle ondate di calore, attingendo a mani basse dalla mitologia greca e romana, mentre invece, provenendo tutte dal continente africano, sarebbe stato più corretto denominarle con termini desunti dal lessico dei paesi di provenienza.

Seguendo il filo imperscrutabile delle associazioni di idee, si ritrovò a pensare che, forse, l’avanzare inarrestabile di quel caldo dall’Africa volesse, sia pure in minima parte, fare giustizia di tanti respingimenti.

Assorto in queste divagazioni, la cui genesi sicuramente risentiva dell’alta temperatura e dell’insopportabile tasso di umidità, si ritrovò davanti all’ingresso di un grande parco pubblico, ricavato dal giardino di una villa settecentesca che aveva vissuto tempi migliori.

Varcare la soglia e ritrovarsi trascinato nel prato dal fido cane fu questione di pochi secondi.

L’abbaio e le giravolte su sé stesso esprimevano una tale gioia che non gliene volle per essere stato bruscamente costretto a correre per alcune decine di metri prima che il cane decidesse di fermarsi ad annusare la base di un tronco d’albero.

Ripreso fiato, non poté fare a meno di notare un gruppetto di donne che, per quel poco che riusciva a intuire data la sua totale incompetenza nel merito, probabilmente stavano praticando chissà quale particolare esercizio di meditazione yoga.

 

Dalla posizione assunta dalle signore riusciva a percepire, o almeno solo quello gli interessava, la sinuosità di alcune forme che avevano catalizzato il suo sguardo.

 

L’abbaio insistito del cane, che richiamava possibili compagni di gioco presenti nelle vicinanze, lo distolse da ciò che stava osservando con tanta attenzione.

Prima di volgere lo sguardo verso il quadrupede che l’accompagnava, aveva avuto il tempo di notare che le signore dedite agli esercizi di contemplazione trascendentale erano tutte scalze.

Pensò al refrigerio che stessero provando al contatto con l’erba fresca del prato e decise che sarebbe stato saggio imitarle.

Tolte scarpe e calzini cominciò a camminare a piedi nudi nel parco.

Un atto liberatorio che gli riportò alla mente la brillante commedia di Neil Simon, tante volte vista e apprezzata nella riduzione cinematografica interpretata da Jane Fonda e Robert Redford, nell’ormai lontano 1967.

“Che piacevole sensazione” pensò, mentre l’erba gli accarezzava le estremità inferiori del corpo, procurandogli un refrigerio il cui ricordo si perdeva negli anni dell’infanzia.

Rapito da quel flashback, non si avvide dell’insidia nascosta nel prato.

Fu un attimo e l’estasi si trasformò prima in turbamento per poi degenerare in repulsione, quando affondò il piede in una cacca fumante deposta da uno di quei cani che, alleggeritosi del peso, ora trotterellava felice nell’erba.

Giovanni Renella

Giovanni Renella è nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI.

Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017).

Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai.

Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea.

Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”.

Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik.

Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020.

Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik.

Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik.

A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.

Nel 2022 alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati dalla Rudis Edizioni nelle raccolte “Storie d’estate”, “Pianeta favole” e “Storie di Natale” e dalla casa editrice Historica nel volume “Storie e leggende di Natale”

Febbraio 2023 Ivvi editore pubblica un suo racconto nel volume “Scrittori italiani. Libro blu” per la Collana Coralli.

Marzo 2023 Historica Edizioni pubblica un suo racconto nel volume Favole e fiabe 2023

Tutti i racconti di Giovanni Renella:

https://wp.me/p60RNT-3Zh

 

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