CulturaSocietà

Il tappeto di fiori per Sant’Antonio

Per la prima volta all’interno di un luogo sacro, un meraviglioso e variopinto tappeto di fiori ha celebrato la solennità liturgica di Sant’Antonio

di Stanislao Scognamiglio

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Dalle prime ore del mattino di martedì 13 giugno, nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova, officiata dai Frati Minori Conventuali, è stato possibile ammirare uno stupendo variopinto tappeto, approntato di maestri infioratori del Comitato Cappella San Ciro di via Michelangelo Naldi in Portici.

Un manufatto, realizzato dall’inossidabile gruppo sotto la certosina guida di Angelo Di Napoli, a partire dalle ore 17 di lunedì 12, vigilia della ricorrenza della solennità liturgica del Santo taumaturgo, dal tema il miracolo del pozzo.

Il motivo del devozionale omaggio al Santo dei tredici miracoli, ha voluto ricordare il miracolo operato in Portici per intercessione del Santo patavino: nel lontano aprile del 1741, tenendo in braccia un bambino lattante, una giovane donna sta attingendo acqua dalla polla d’acqua sorgiva posta nei pressi della chiesa annessa alla casa dei Frati Minori Conventuali. Mentre è intenta a tirare su il secchio, inavvertitamente, scivolandole dalle braccia, inevitabilmente, il bimbo è precipitato nel profondo pozzo. Disperata, la mamma ha ripetutamente chiesto aiuto e, allo stesso tempo, ha invocato soccorso a Sant’Antonio di Padova.

Accorsi alle strazianti invocazioni della donna, molti vicini e i frati si sono associati nella preghiera. Al momento in cui i frati hanno recitato … il noto responsorio di S. Antonio, il “Si queris”, sorprendentemente, dolcemente lievitando dal fondo del pozzo, tutti vedono affiorare l’acqua della cisterna, che solleva il piccolo lentamente fino all’orlo del pozzo portandolo incolume in superficie.

Grazie all’intervento miracoloso del Santo, secondo la leggenda popolare il bambino è stato salvato e restituito incolume alla madre.

 Si ricorda che Si quaeris (Se tu cerchi), composta in latino dal beato Giuliano da Spira intorno al 1235 è la preghiera più nota, recitata in tutto il mondo per implorare sant’Antonio.

Il bozzetto, nato dalla sinergica interazione messa in campo da fra Claudio Joris, Angelo Di Napoli e Giorgio D’Andrea. È stato disegnato dallo stesso direttore artistico del gruppo e ottimizzato da Francesco Mondanaro.

Ancora una volta, con fine maestria, il gruppo, costituito da: Giorgio D’Andrea, con i figli Antonio e Francesco; Giovanni Giglio, Francesco Mondanaro, con il figlio Daniele; Gennaro Montagna, Vincenzo Parenti, ha dato prova di poter giungere a più alte mete non solo e sempre utilizzando di petali di fiori, ma anche di vari materiali.

Eccetto la cornice fatta con fogliame di cipresso, l’intero quadro dalle dimensioni di m 4 x 4, è stato dipinto con prodotti organici e inorganici, tutti assolutamente ecocompatibili:

  • per le figure: crusca; segatura ripassata ottenuta da legno di abete, castagno, olivo, pino; trucioli di legno; torba di compostaggio bionda e nera;
  • per le sfumature e i risalti: marmo bianco in polvere; riso alimentare, soffiato; sabbia assorbente, da laterizio, nera; sale fino, grosso; torba nera.

Alle ore 23.30, fra Simone Schiavone, a nome dell’intera comunità conventuale, con calorose e vibranti parole ha espresso i complimenti e ringraziamenti e ha benedetto l’opera e gli esecutori.

Prima di far ritorno in famiglia, stanchi ma pienamente soddisfatti per il risultato ottenuto, il gruppo ha voluto caldamente ringraziare:

  • la comunità dei frati del convento di Sant’Antonio, i padri Claudio Joris, Mariano Del Piano, Gioacchino Ricca, Salvatore Robustelli, Simone Pietro Schiavone per la cordiale fraterna accoglienza;
  • Don Dharmasiri Carlo Algamage, cine operatore, per aver seguito la composizione del quadro, documentandone le varie fasi di realizzazione.

Occorre sottolineare che la minaccia di un’improvvisa precipitazione piovosa, peraltro puntualmente verificatasi, ha indotto tutti a pensare di apprestare il tappeto all’interno della Chiesa.

Ciò, ha fatto assumere a quest’ultima performance un rilievo di particolare importanza nella più che centenaria storia del tappeto a Portici: perché, per la prima volta in assoluto un tappeto devozionale è stato allestito all’interno di un luogo sacro.

 

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *