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Lo scrittore Giuseppe Marotta

di Michele Di Iorio

Giuseppe Marotta, giornalista, poeta, romanziere e critico cinematografico, nacque in via Nuova Capodimonte  a Napoli il 5 aprile del 1902 dall’avvocato Giuseppe senior e dalla seconda moglie la sartina Concetta Avolio, di  30 anni più giovane del marito.

La famiglia si trasferì ad Avellino, ma nel 1909 per necessità economiche rientrò a Napoli, andando ad abitare in fitto nel popolare quartiere di Materdei in vico Sant’Agostino degli Scalzi. Qui il padre mori nel 1911 lasciandoli in condizioni di estrema indigenza.

La vedova e i figli dovettero traslocare in un basso al piano terra della chiesa di Sant’Agostino, vendendo tutti i loro poveri beni. Il piccolo Giuseppe  e le sorelle mangiavano da un pentolino i resti del pranzo giornaliero di una zia ricca, Luisa Nardi.

La madre Concetta riuscì a trovare un buon impiego a Palazzo Sansevero in piazza San Domenico Maggiore come stiratrice e guardarobiera e poi come cameriera, guadagnado 10 lire la settimana.

Giuseppe Marotta a 13 anni scrisse la sua prima poesia. Completata la scuola media inferiore, a 15 trovò lavoro come verificatore della Compagnia del Gas.  Di notte scrveva per  piccoli giornali napoletani, Il Capriccio e Il trionfo dell’amore, gratis naturalmente.

Nel 1920 il giovane Marotta si riuniva con aspiranti poeti e pittori a via Duomo nel Caffè Uccello. Prese parte alla fondazione del giornale Il Roseto diretto da Ubaldo Maestri, un commesso poeta, che però al secondo numero chiuse.

Nel 1923 pubblicò alcuni racconti sui vicoli di Napoli sui giornali La tribuna illustrata  e Noi e il Mondo, ed ebbe un assegno di cento lire.

L’anno  dopo fu licenziato dalla Compagnia del Gas, Nel 1925 Giuseppe Marotta salì su un treno per Milano con l’amico Michele Sarno, pure disoccupato. Dopo i primi giorni difficili, Sarno trovò lavoro come aiuto contabile alla casa editrice Mondadori e fece assumere anche Marotta come correttore di bozze e dattilografo in un giornale diretto da  Umberto Fracchi, con lo stipendio di 400 lire al mese e una lettera di presentazione per la pubblicazione di  racconti su L’illustrazione  del popolo.

In seguito Marotta passò al giornale Novella, sempre della Mondadori, che poi venne acquistato dalla Rizzoli, come redattore prima e poi caporedattore. Lasciò l’appartamento che condivideva con Sarno e andò ad abitare in un bella casa a Porta Garibaldi. La sua prima ospite fu la madre.

Sposatosi con una bella ragazza genovese, Pia Montecucco, el 1933 si licenziò da Novella passando a collaborare il giornale di Genova, il famoso Il Guerin  Meschino con uno stipendio di duemila mensili.

Dopo la morte della madre, quasi a volerle rendere omaggio,  nel 1937 pubblicò L’oro di Napoli.

Continuò a collaborare con diversi giornali, non tralasciando la sua vena di scrittore

Nel 1947 lancia la seconda edizione di L’oro di Napoli.

Ritornò nella sua città dopo molti anni e andò  ad abitare in via Solimena. A Napoli la sua penna divenne fecondissima: pubblicò  una ventina di libri, tra cui pièce teatrali.

Vittorio De Sica trasse un film a episodi da L’oro di Napoli .

Marotta si intratteneva ogni giono nella Galleria per un caffè con gli amici, un magliaro, un venditore di provoloni, un guappo e un giornalista, allungandosi poi al Pallonetto di Santa Lucia, dove d’estate faceva il bagno allo stabilimento balneare Savoia, per leggere il giornale mentre chiaccherava con i luciani del borgo marinaro.

Viveva intensamente la sua città, che gli forniva continuamente spunti per i suoi scritti.

Giuseppe Marotta il 10 ottobre del 1963 fu colpito da edema polmonare e si spense a soli 61 anni. Alle sue esequie parteciparono migliaia di napoletani, giornalisti, editori ed esponenti del mondo dello spettacolo.

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