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Nucleare, sfida al cambiamento climatico

 Dalle opportunità occupazionali ai risparmi e i vantaggi competitivi per le industrie energivore con il ritorno del nucleare in Italia

PAVIA – Le opportunità occupazionali, sociali ed economiche offerte dal possibile ritorno del nucleare in Italia, così come gli effetti positivi del ricorso agli innovativi reattori modulari di piccola o piccolissima taglia sui territori, sulla competitività dei distretti industriali energivori e più in generale del sistema Paese: questi i temi che verranno trattati nel panel Prospettive e impatto sull’economia e sulla società italiana del nucleare sostenibile che si terrà la mattina del 15 aprile al Polo didattico del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia nel contesto dell’edizione tecnico scientifica della intelligence week, promossa da iWeek, joint venture di V&A | Vento & Associati e Dune Tech Companies, con il titolo Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico.

La tavola rotonda, moderata dal Vicecaposervizio di Radiocor – Il Sole 24 Ore Cheo Condina, si terrà a partire dalle ore 10.50 con gli interventi del Presidente del Gestore dei Servizi Energetici Paolo Arrigoni, del Presidente del Centro Elettronico Sperimentale Italiano Guido Bortoni, del Direttore del Dipartimento di Tecnologie di Generazioni e Materiali di Ricerca sul Sistema Energetico Spa Luigi Mazzocchi, dell’Amministratore Delegato di Edison Spa Nicola Monti, del Consigliere Delegato di Feralpi Giovanni Pasini, del Capo Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Francesca Salvemini.

Si otterrà un valore aggiunto per 45 miliardi di euro, risparmi per 400 miliardi di euro rispetto a uno scenario in cui il traguardo del Green Deal per il 2050 venga conseguito esclusivamente con il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e alle centrali tradizionali, creazione di mezzo milione di posti di lavoro di cui 52.000 solo per la costruzione delle nuove centrali: queste sono le stime di Open Economics dell’impatto sull’economia italiana dell’eventuale reintroduzione della produzione di energia attraverso la tecnologia nucleare.

A questo si aggiungono i vantaggi per la filiera industriale italiana per la componentistica, chiamata a realizzare gli impianti generando ulteriori utilità per il prodotto interno lordo.

Sono le considerazioni attorno alle quali saranno chiamati a discutere i relatori, introdotti da Paolo Arrigoni che tratterà il ruolo del nucleare nella transizione energetica come possibile fonte programmabile da affiancare alle rinnovabili, in un’ottica di visione a lungo termine in vista dell’obiettivo della decarbonizzazione totale entro il 2050.

Francesca Salvemini darà un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori della piattaforma sul nucleare sostenibile, concepita come strategia verso il 2050 capace di agganciare i processi tecnologici e industriali in corso nella fissione e della fusione.

Tra i vari interventi, Guido Bortoni farà invece una riflessione su quale tipo di nucleare potrebbe essere compatibile con il sistema italiano, più incline ad un approccio territoriale al quale sembrano rispondere di più gli Small Modular Reactors (SMR), mentre Luigi Mazzocchi porrà l’accento su quanto il nucleare risponda in termini di adeguatezza del sistema a soddisfare in maniera continua la domanda di energia.

Al riguardo, Giovanni Pasini tratterà il possibile ruolo del nucleare per l’industria siderurgica sotto due punti di vista: da un lato, come fonte energetica in grado di assicurare un carico di base sulla rete elettrica, a differenza delle rinnovabili per loro natura discontinue; dall’altro, come risorsa di energia capace di garantire la decarbonizzazione della produzione di acciaio da costruzione, fondamentale per rimanere competitivi in un contesto europeo in cui sempre di più tra i criteri di aggiudicazione delle opere pubbliche si tiene conto di questo fattore.

Il nuovo nucleare avrà un ruolo fondamentale nel perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo, sia supportando i fabbisogni dei distretti industriali hard to abate, sia garantendo la sicurezza di approvvigionamento attraverso la riduzione della dipendenza energetica del nostro Paese dall’estero – ha dichiarato l’AD di Edison, Nicola Monti in vista di questo appuntamento – Gli SMR sono impianti nucleari innovativi, modulari, più piccoli, più sicuri e presentano ridotti costi di realizzazione rispetto alle grandi centrali tradizionali. Possono essere prefabbricati e assemblati in situ, adattandosi quindi meglio alla morfologia italiana. E la componentistica può essere prodotta direttamente in Italia, generando un’interessante ricaduta industriale con benefici per il PIL italiano. Il nuovo nucleare è inoltre in grado di garantire una quota di energia elettrica programmabile, complementare alla crescita delle tecnologie rinnovabili, assicurando efficienza al sistema.

L’agenda completa è disponibile in allegato e per registrarsi visitare il sito dedicato www.i-week.it

L’edizione tecnico scientifica di iWeek Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico è realizzata con il sostegno di Sogin, Edison, Enel,  Transmutex e Protex Italia, con i patrocini di Giornata Nazionale del Made in Italy, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,  dell’Università degli Studi di Pavia, di Regione Lombardia, della Provincia di Pavia, del Comune di Pavia, Assolombarda, Almo Collegio Borromeo, Il Collegio Fondazione Ghislieri, Fondazione Sorella Natura.

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