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Oltre i muri, dentro i cuori

Ed  è questo il significato della locuzione “abitare la relazione”: bisogna scalare muri pur di entrare dentro i cuori

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nel teatro parrocchiale del complesso della chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, ex Salesiani,  lo scorso 15 aprile si è tenuto l’interessante convegno Oltre i muri, dentro i cuori. Abitare la relazione.

Organizzato dalla Caritas diocesana di Napoli in collaborazione con la Parrocchia dei Sacri Cuori di Gesu e Maria, Patto educativo per Napoli e Associazione Cooperatori salesiani, ha focalizzato i vari aspetti del disagio giovanile.

Alla discussione, moderata dalla professoressa Monica maglio dell’Università degli Studi di Salerno e da Massimo Sasso, coordinatore dell’Associazione Cooperatori salesiani di Portici, hanno partecipato don Pasquale Incoronato, referente della Diocesi di Napoli sul Patto Educativo, il dottor Gianluca Guida, direttore dell’Istituto penale per minorenni di Nisida, la professoressa Annunziata di Rosa, dirigente scolastico del Liceo scientifico Filippo Silvestri, il professor Giovanni Liccardo,  dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione superiore Carlo Levi e il dottor Gennaro Balzano, responsabile dell’APS Piccoli Passi Grandi Sogni. 

Dopo i saluti del Parroco don Riccardo Coppola, don Pasquale Incoronato ha dato inizio alla tavola rotonda parlando di La Locanda di Emmaus ONLUS, il centro diurno di Ercolano per il recupero per i minori a rischio devianza, di cui è referente. 

Onlus nata nel 2003 , don Pasquale con La Locanda di Emmaus ha realizzato un sogno: dare la possibilità ai minori disagiati di integrarsi con quelli, invece, agiati, coinvolgendo anche i 

La sede dell’Associazione è un centro per i più giovani e sorge in un bene confiscato alla criminalità organizzata.

La tavola rotonda è proseguita con gli interventi degli altri relatori.

Il direttore della casa circondariale per minori di Nisida, dottor Gianluca Guida. Il direttore non ha accennato alle storie dei ragazzi di Nisida, rispettando la loro umanità, e non solo per la privacy. 

Giustamente, il direttore, da buon educatore, combatte il disagio giovanile integrandosi con i ragazzi, magari prendendo spunti per comprenderli dai testi delle canzoni che ascoltano.

Ha raccontato, dunque, la fiaba di Carlo Collodi Pinocchio  – riferendosi alla versione originale e non a quella “edulcorata” di Walt Disney – svelando l’allegoria contenuta in essa. Sfuggito a molti, infatti il monito di questo racconto, scritto alla fine dell’800, abbia insito in sé lo schema del disagio giovanile, delle opportunità avute da alcuni e della mancanza di opportunità sofferta da altri, così come i due ragazzi a rischio Pinocchio e Lucignolo. 

Una riflessione emozionale che ha coinvolto tutti i presenti, che hanno toccato con mano il vero problema: quando non si ha un supporto e ascolto, quando si sceglie la via sbagliata, spesso si oltrepassa, pericolosamente, il limite del semplice disagio.

La DS del Liceo Filippo Silvestri, dottoressa Annunziata Di Rosa, ha accennato anch’essa alla necessità di ascoltare i giovani. Infatti pur sottolineando la non adeguatezza dell’Istituzione scolastica nell’affrontare questo tipo di problematica, ha raccontato di incontrare singolarmente i suoi allievi e, in caso di disagio, coinvolgere i genitori.

Su questa linea anche l’intervento del dottor Balzano, referente dell’APS Piccoli Passi Grandi Sogni, “guidata” dallo spirito di don Bosco. Ha raccontato che l’associazione accoglie minori stranieri che arrivano in Italia senza  genitori o punti di riferimento e, soprattutto, privi della conoscenza della lingua. A questi si aggiungono quei giovani italiani a rischio emarginazione perché provenienti da situazioni o ambienti non sani delle periferie.

L’intervento conclusivo è stato quello del DS dell’I.S. Carlo Levi ha rimarcato che il problema della dispersione scolastica influisce molto sulla difficoltà del recupero dei ragazzi, non solo per la mancanza di apprendimento, ma anche della interazione di un ambiente sano e propositivo. E – riferendosi al fatto non trascurabile che ogni giovane è unico, e ogni caso diverso dall’altro – lamenta, rammaricandosi, che la collaborazione da parte dei genitori, a volte, difetta. E questo causa anche l’impossibilità di porgere ascolto alle profonde problematiche dell’allievo e di supportare i genitori.

Oltre i muri, dentro i cuori. Abitare la relazione. Coloro che hanno animato questo convegno, illustrando sia la loro attività sociale che le difficoltà che incontrano, hanno reso consapevole la platea della quantità di amore che c’è dietro questo “lavoro”. E che basterebbe anche un piccolo impegno da parte di tutti per assicurare ai ragazzi pari opportunità e permettere loro di imboccare la retta via.

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