biografie

Paola Riccora, una donna per amico

di Michele Di Iorio

Eduardo De Filippo nel torrido agosto del 1932, una figura allampanata dal volto scavato di morto di fame, con il fratello Peppino e la sorella Titina, si portò in una bella casa in via Carlo Poerio, studio legale del noto avvocato napoletano Caro Capriolo, fondatore della SIAE a Napoli. Era una casa molto frequentata da artisti. L’avvocato dal 26 febbraio 1916 rappresentava un misterioso e sconosciuto commediografo che sfornava opere teatrali originali, nonché traduzioni di quelle francesi, su commissione sotto lo pseudonimo di Paolo Riccora, che però rimaneva sconosciuto a tutti. Dal suo repertorio attingevano a piene mani tanti attori e registi napoletani, firmando le opere con il proprio nome.

Nel 1930 il misterioso Paolo Riccora scrisse per Ettore Petrolini È arrivato l’accordatore, che vide protagonista l’attrice Bella Starace Sainati, e dal 1916 al 1931 fornì al Teatro Nuovo di Napoli sessanta opere tradotte in napoletano da opere francesi.

Matilde Serao sulle sue pagine scrisse nel 1930 di questo misterioso autore, affermando di conoscere una verità sbalorditiva: Paolo Riccora era una donna, una madre di due figli sposata regolarmente, casalinga e ottima cuoca, una persona quieta che scriveva di notte per gli altri. Napoli non era soltanto colera e camorra ma cultura, tradizione, una città piena di dignità. A questo punto la misteriosa signora cominciò a firmarsi Paola Riccora.

Le sue opere vennero portate al successo da grandi artiste come Tina Di Lorenzo, Eleonora Duse, Paola Borboni, e anche Roberto Bracco scrisse entusiasta della buona signora, lodando la sua rara intelligenza.

Ritornando al 3 agosto 1932, i tre fratelli De Filippo perchè erano andati nello studio dell’avvocato Capriolo? Ebbene anche Eduardo attinse dal repertorio della misteriosa Riccora.

Eduardo aveva già portato in scena opere proprie, ma cercava qualcosa in più, un testo drammatico che decretasse la definitiva affermazione della Compagnia I De Filippo.

Paola Riccora cedette i suoi lavori teatrali ai De Filippo dal 1933 al 1936 e la stampa iniziò a pubblicare il suo vero nome. Paola Riccora, al secolo Emilia Vaglio, era nata a Napoli in via Foria il 23 ottobre 1884, figlia dell’avvocato Nicola. Aveva studiato nelle scuole pubbliche e poi privatamente, in casa. Si fidanzò a 14 anni con  Caro Capriolo di 18 anni, studente di Giurisprudenza e allievo di suo padre. Nel 1904, appena conseguita la laurea, si sposarono. Partito il marito per la guerra, rimase sola con due figli e decise di mettere a frutto la sua passione: iniziò a scrivere commedie per Eugenio Aulicino, impresario del Teatro Nuovo.

Fu un autrice molto prolifica. Amica di Matilde Serao, i suoi lavori teatrali divennero ben presto famosi, tanto che venivano trasmessi alla radio dalla Eiar, l’antenata della Rai. Praticamente non smise mai di scrivere: nel 1975 pubblicò la fiaba napoletana in versi Invito a Napoli.

Anche quando fu svelata la sua vera identità, rimase una donna riservata, quasi umile.

Morì a 91 anni, il 20 febbraio del 1976. Alle sue esequie partecipò tutto il mondo artistico napoletano.

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