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SOTTO TORTURA di Raffisci

La leggerezza non è mai superficialità: Raffisci in Sotto tortura, prima nel contest IPM, alla levità della musica contrappone la profondità del testo 

Vivere
Ogni giorno in sole quattro mura
E sopravvivere
Alle parole sparate, senza farsi male
Spara o fermati
Sbaglia o arrenditi
Sono solo parole sparate

La bellissima Raffisci

Sono le prime “parole sparate” da Raffaella Scippa , nella sua canzone Sotto tortura, vincitrice del contest  IPM, tra Finzione e Realtà, nato da un incontro sulla Legalità, svoltosi alle Fonderie Righetti di Villa Bruno con la pedagogista Simona D’Agostino e tre attori della fiction Mare Fuori : Giovanna Sannino, Daniela Ioia e Gaetano Migliaccio, collegato al Premio Massimo Troisi.

Raffaella, in arte Raffisci. è stata premiata  l’1 luglio durante la serata di gala del Premio, a San Giorgio a Cremano nella storica Villa Bruno, patrimonio Unesco.

Raffaella, giovane autrice e cantante sangiorgese, nata il 3 maggio del 2004, quest’anno diplomanda  del Liceo Statale Urbani di San Giorgio a Cremano, fin da piccola ama cantare.

Da diversi anni canta nel coro e nell’orchestra dell’associazione AMI diretta da Raffaella Ambrosino. Il suo amore, la sua passione, è il canto, in tutte le sue forme.

Le sue canzoni nascono sempre da testi originali, scritti da lei. Ogni volta è mossa sempre da un’urgenza narrativa: quella di mettere in forma i moti interiori di una ragazza, che vive in un momento storico particolare, dove nonostante la tecnologia abbia fatto passi giganti nel settore della comunicazione, lei, con la sua sensibilità, mette sempre l’accento sul problema della incomunicabilità.

Come nel testo della canzone vincitrice del concorso, la stessa Raffaella dice: Il titolo Sotto tortura  riprende il sentimento che ognuno di noi prova al momento di una scelta importante, dove la protagonista si trova  a compiere delle scelte, parlare o non parlare. E nel testo la parola è paragonata ad uno sparo che può veramente far male:

Scegliere mi fa paura
Non farlo é come un’armatura
Sotto Tortura (Come un’armatura, Sotto Tortura)
Se sparo faccio male
Se mi sparo faccio male
Se non sparo faccio male
Se non mi sparo faccio male

Ma quello del parlare o non parlare è usato dall’autrice anche come metafora di scelte che si possono fare  nella vita, e che possono portarci in direzioni altre, a volte facendoci vivere non in modo non sano; questa canzone racconta l’emozione che si vive ad ogni bivio della nostra esistenza, dove sappiamo che una nostra scelta, in quel preciso momento, può farci sentire liberi o prigionieri. Come dice l’autrice: … è un sentimento comune a tutti quello di sentirsi liberi o prigionieri dipendendo da le Parole Sparate, che lasciano un segno a chi le riceve, a chi le spara e a chi sceglie di non farlo. La scelta in quel momento diventa una tortura.

Insomma così come nel testo di questa canzone, in tutti i suoi testi, Raffaella affronta temi universali ed attualissimi, a volte definiti “pesanti”, ma quando li trasforma in canzone, insieme ad un giovane bravo musicista e producer, Renato Paparone, quella pesantezza del contenuto si trasforma alchemicamente in una melodia leggera, orecchiabile, che addirittura mette gioia nell’ascoltare quelle parole.

Italo Calvino, nella sua meravigliosa Lezione sulla Leggerezza, ci ricorda che … la leggerezza non è mai superficialità, e che per viverla veramente bisogna essere consapevoli del peso della propria esistenza. Quindi, evocando il mito della Medusa sottolinea che per sconfiggere la pesantezza dell’essere è necessario osservare non direttamente la realtà ma il suo riflesso, così come fece Perseo per non restare pietrificato dallo sguardo malefico della Medusa.

Sotto tortura  è scaricabile su spotify e su tutti i digital store:

 

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