Culturain memoriam

70 anni fa moriva Rocco Scotellaro

A 70 anni dalla scomparsa di Rocco Scotellaro, l’Amministrazione  comunale lo ricorda con una corona, una panchina nella Villa civica e un convegno

L’importante è conservare nella memoria, conservare i suoi valori e la sua umanità: l’omaggio di Portici a Rocco Scotellaro 

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – L’Amministrazione Comunale venerdì 15 dicembre, in occasione del settantenario della morte di Rocco Scotellaro e in conclusione delle celebrazioni del centenario della nascita,  dedicherà la giornata a tre cerimonie per onorare la memoria del “poeta contadino”.

Alle ore 10.30 verrà posta una Corona d’Alloro sulla facciata del palazzo al civico 73 dove si trovava la pensione in cui alloggiava Scotellao, e dove spirò a soli trent’anni.

 

 Alle ore 11 la cerimonia proseguirà alla Villa comunale, dove verrà inaugurata una panchina letteraria dedicata a Scotellaro. realizzata dagli studenti dell’IIS Francesco Saverio Nitti.

Al taglio del nastro saranno presenti il Sindaco di Portici Vincenzo Cuomo, il Sindaco di Tricarico – paese natale di Scotellaro –  Paolo Paradiso, La DS del Nitti Titta Iadicicco, l’Assessore all’Istruzione  Luca Manzo, diversi studiosi della vita di Scotellaro, i Dirigenti Scolastici. gli alunni delle scuole porticesi e cittadini.

Nel pomeriggio, alle ore 16.30, la commemorazione proseguirà nella Sala consiliare del Comune di Portici con il convegno letterario e storico promossa dall’Asssociazione Rocco Scotellaro di Portici con il Comitato per le celebrazioni del Centenario della nascita di Rocco Scotellaro  dell’Università degli Studi di Napoli Federico II

Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953) è stato uno scrittore, poeta e politico italiano. Impegnato nel sociale, si dedicò alla politica con l’ambizione di migliorare le condizioni di vita dei contadini lucani. 

A soli 23 anni divenne sindaco di  Tricarico. Accusato dagli avversari politici di concussione,  truffa e associazione a delinquere nel febbraio 1950 venne arrestato e trascorse 44 giorni nel carcere di Matera. Fu prosciolto dall’accusa per non aver commesso i fatti, ma, segnato da quella triste esperienza, si dimise dalla carica di primo cittadino.

Nello stesso anno accettò l’invito di Manlio Rossi Doria che gli conferì un incarico all’Osservatorio Agrario di Portici, dove eseguì ricerche e studi sociologici, oltre ad un’inchiesta sulla cultura e sulle condizioni di vita delle popolazioni del sud e in particolare della Basilicata per l’editrice Einaudi. 

Giunto a Portici con la sua macchina da scrivere, Rocco si sentì libero e leggero, e la sua creatività ne beneficiò.

Le storie della gente comune, i sogni e le battaglie di ogni giorno ispirarono i suoi versi, così tanto che catturò l’essenza di Portici nei suoi scritti, quasi che la cittadina vesuviana fosse diventata la sua Musa. 

Dedicò alla Città alcune poesie: Villa Meola, Palazzo Reale di Portici, A Portici, Il porto del Granatello, Portici primo aprile

Il suo lavoro fu interrotto dalla una morte improvvisa, il 15 dicembre 1953, probabilmente a causa di un infarto, a soli 30 anni.

Dieci anni dopo il grande regista Luchino Visconti gli rese omaggio con il film Rocco e i suoi fratelli. 

Proprio su proposta dell’Assessore Manzo, la panchina letteraria,  realizzata dagli allievi dell’IIS Nitti diviene il segno tangibile di quell’amore antico, ricambiato dai porticesi. 

LoSpeakersCorner ha incontrato Luca Manzo.

Com’è nata l’idea di dedicare una panchina a Rocco Scotellaro?

La panchina si aggiunge ad altre quattro sempre a tema letterario che sono presenti in Villa comunale, è scaturita da un mio indirizzo politico.

Infatti, è dovere delle Istituzioni tramandare alle nuove generazioni il nostro Patrimonio immateriale fatto della conoscenza di tradizioni e storie di persone che hanno contribuito alla crescita culturale della nostra Comunità.

E Rocco Scotellaro ci ha lasciato in eredità le sue poesie dedicate alla nostra Portici.

Chi era Scotellaro?

Poeta e fine letterato, di modeste origini e di grande impegno intellettuale e sociale, morto ad appena trent’anni, Scotellaro ha un vivo senso dell’oppressione subita da sempre dalla popolazione più povera del Sud. Negli anni della liberazione e delle grandi speranze di rinnovamento, si impegna anche sul piano politico e diventa sindaco della sua Tricarico, in Basilicata, nelle liste del PSI. Sempre in contatto diretto con i suoi compaesani, si prodiga per le loro esigenze materiali e morali. Viene anche incarcerato con una falsa accusa, costruita dall’opposizione democristiana, e liberato dopo poche settimane. Il colpo subito dalla ingiusta incarcerazione lo convince a continuare il suo impegno fuori dalla politica, dedicandosi alla ricerca sociologica sul mondo contadino del Sud e alla poesia, che canta la vita umile e faticosa dei contadini.

L’importante è imparare a non disprezzare quello che si perde, conservarlo nella memoria, conservare i suoi valori e la sua umanità. 

È fatto giorno (Rocco Scotellaro) letta da Dino Becagli (youtube.com)

 

 

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