Cultura

Chiunque può immaginare di essere chiunque

NAPOLI – Al Teatro Elicantropo andrà in scena da giovedì 19 gennaio 2017 alle 21 (repliche fino a domenica 22), Visite, tratto da testi del drammaturgo e politico peruviano Mario Vargas Llosa, interpretato da Marcello Vitiello e Roberto Cardone, diretti dal regista porticese Niko Mucci.

Presentato da Casa del Contemporaneo, l’allestimento si avvale delle musiche originali a cura di Luca Toller, i costumi di Alessandra Gaudioso.

La pièce è ambientata a Londra in un elegante hotel dove Cico, ricco uomo d’affari, è nella sua stanza. Apre la porta a una donna, Raquel, che afferma di essere la sorella del suo vecchio amico Paulo.

Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi un episodio, – un pugno sferrato da Cico a Paulo – li aveva allontanati, senza una parola, senza riconciliazione.

Trentacinque anni di nulla e poi arriva Raquel, una donna piacente e affascinante.

Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse .La donna conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra i due, descrivendoparole, luoghi, ricordi. Troppi.

«Con questo spettacolo – ha sottolineato il regista Niko Mucci – proseguo il percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine, iniziato con Ida e Ada, e proseguito con Sentimenti all’asta e Dentro di me, sperimentando piccole variazioni di approccio a un unico problema.

Questo spettacolo approfondisce lo sviluppo drammaturgico di una trama che si fa teatro attraverso il susseguirsi di colpi di scena, che rendono possibile ai due personaggi di spostare continuamente l’angolo di visuale, come attraverso un prisma fornito agli spettatori, per farsi una propria idea, anche eccentrica, del vero e del falso narrato e rivissuto».

La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie? Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio,rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri. Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica.

Come in una matrioska, ogni narrazione o rappresentazione della realtà diventa una finestra aperta su un altro mondo possibile, confondendo, o lasciando al libero arbitrio dello spettatore, il discernere tra realtà e finzione, tra la crudezza della realtà  ed il potere consolatorio dell’illusione.

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