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Il Racconto, Il negoziatore

di Giovanni Renella

La luce artificiale che illuminava la scena evidenziava anche i più reconditi aspetti di quella situazione che, pur non lasciando spazio alcuno all’immaginazione, riusciva comunque a catalizzare l’attenzione dei presenti.

Tutti gli sguardi erano concentrati sull’unico sbocco naturale.

Dall’interno, invece, avvertivano la presenza di quello spot puntato sulla via di fuga come una minaccia incombente di cui avrebbero fatto volentieri a meno.

Non sapendo ciò che sarebbe accaduto una volta usciti allo scoperto, gli occupanti continuavano a indugiare e a ritardare la loro sortita, nonostante le circostanze li stessero costringendo a convivere in uno spazio sempre più angusto.

Spento il clamore delle sirene reso ancor più sinistro dalla fantasmagoria dei lampeggianti, dopo la concitazione iniziale era calato un silenzio surreale che aveva preceduto giusto di un attimo l’entrata in scena del negoziatore.

Riuscire a mantenere la calma nella concitazione generale era una sua prerogativa.

Deciso, ma non distaccato, con una lucidità che gli derivava dall’aver affrontato situazioni ben più ingarbugliate in tanti anni di lavoro spesi al servizio della comunità, il negoziatore aveva assunto il controllo della situazione, tranquillizzando i parenti accorsi in massa e impartendo le prime essenziali disposizioni, necessarie a fronteggiare quello specifico caso.

Il monitoraggio della situazione contribuiva a restituirgli l’immagine precisa di ciò che stesse accadendo: in due, un maschio e una femmina, erano rintanati all’interno e sembrava non avessero alcuna intenzione di venir fuori.

Li conosceva da qualche tempo e a loro il negoziatore aveva teso una mano rassicurandoli sul fatto che, una volta usciti, non ci sarebbero state ritorsioni per il dolore che, inconsapevolmente, stavano provocando; anzi, sicuro del fatto suo, si era spinto addirittura a garantire che non solo non gli avrebbero torto un capello, ma una volta all’esterno tutto sarebbe stato inquadrato sotto una luce ben diversa.

Le sue mani, protese verso di loro, si erano fatte strada fino a raggiungerli; e quel contatto aveva segnato l’inizio della fine di una vicenda che si riproponeva, più o meno sempre uguale, sin dalla notte dei tempi.

Si concluse così, felicemente, il parto dei due gemelli, venuti alla luce dopo un travaglio di diverse ore; l’ennesimo a cui Domenico, ginecologo per passione più che per professione, aveva assistito in trent’anni di carriera, continuando ogni volta a meravigliarsi e a emozionarsi di fronte a quella sorta di miracolo che è la nascita di una nuova vita.

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”.

Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

 

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Un pensiero su “Il Racconto, Il negoziatore

  • Michele Maggio

    Bravo!!!

    I racconti che ho letto sin qui meritano, secondo me, un’etichetta identificativa dal titolo:
    “I racconti di Giovanni Renella”
    tutti con un finale a sorpresa preceduto nel testo da vari indizi, che stimolano la fantasia del lettore, al pari, per certi versi, dei libri gialli. Complimenti!

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