Cultura

Castelli d’Italia: il maniero di Torremaggiore

di Michele Di Iorio

Sulle rovine dell’antico borgo e monastero di Ferentino nella provincia di Foggia, a metà strada tra Lucera e San Severo, la cittadina di Torremaggiore, che viene ricordata per la morte di Federico II di Svevia avvenuta il 13 dicembre 1250 in Castel Fiorentino o Ferentino.

Antico nucleo italico, poi greco e romano, capitania bizantina e feudo di diverse potenti famiglie nobili, venne assegnato dal 1442 al marchese Paolo de Sangro fino al 1497.  Il feudo di Torremaggiore venne quindi concesso a Consalvo Fernandez de Cordova. Nel 1508 ritornò ai de Sangro nella persona di Paolo, figlio di , a metà strada tra Lucera e San Severo, consortedi donna Violanta de Sangro detta la Duchessa, che volle la costruzione di un edificio di fronte il castello, che fu prima a taverna e stalle e poi teatro di corte f fino al 1716.

Il figlio di Paolo e Violanta, l’eroico Giovan Francesco, detto l’Achille d’Italia, nel 11587 e acquistò il vicino Principato di Sansevero e dotò il castello di Torremaggiore di torri più possenti e mura fortificate, di un ponte levatoio e di un trabucco – una macchina d’assedio – nella torre nord.

Creò una cella della prigione nella torre nord-ovest, cisterne per l’acqua, e una bellissima sala del trono ducale. Fece praticamente realizzare un quatrilatero difensivo per Torremaggiore, includendo il convento dei Capppuccini e le maggiori chiese e porte civiche. I lavori uoltimati dal principe Paolo II, lo stesso che fece costruire il Palazzo Sansevero di Napoli nel 1580 e dieci anni dopo la vicina cappella gentilizia.

Il Castello pugliese venne dotato di meridiana sulla Torre Maschio, un portico, logge, stalle e lo scalone principale a destra del cortile, la cappella palatina, una sala del tesoro dal soffitto a volte ogivali, un magnifico giardino.

A Giovan Francesco succedette Paolo, che morì a soli 27 anni lasciando i titoli al figlio Giovanni Francesco, che a sua volta nel 1683 investì dei feudi il figlio Paolo.

A Paolo successe Antonio, personaggio alquanto discutibile, da cui il 30 gennaio 1710 nacque, proprio a Torremaggiore, Raimondo Maria de Sangro, VII principe di Sansevero, grande celebre scienziato, alchimista, esperto di arti militari. In quegli anni il castello non subì altre modifiche.

La titolarità del feudo passò dunque al figlio Vincenzo, che eliminò il ponte levatoio, sostituendolo con quello attuale, fisso lastricato in pietra.

Michele Raimondo, IX principe di Sansevero figlio di Vincenzo, fu l’ ultimo feudatario di Torremaggiore.

Il Castello de Sangro di Torremaggiore ha molti passaggi segreti e molte storie arcane, di cui la prima risale al 1295. A quel tempo fu castello dei Templari in Puglia fino al marzo del 1308, e poi assegnato ai Cavalieri di Malta. Fu in questo maniero che  un gruppo di Cavalieri Templari fuggiti dalla Francia via mare trovarono rifugio. Inoltre durante la persecuzione antimassonica del Regno di Napoli, nel 1751, il principe Raimondo vi ospitò il barone svizzero Tschudy

Nel 1756 Raimondo e la moglie Carlotta risiederono per un anno nel Castello di Torremaggiore, dove il principe completò gli studi sulla pietra filosofale iniziati a Napoli nel 1737, ottenendo la polvere bianca di proezione o dell’immortalità. Conservata nel laboratorio sotterraneo a Napoli, venne ritrovata negli scavi della Cappella Sansevero negli anni ’90 e custodita per qualche anno nella sacrestia in un bacheca piramidale insieme con le provette originali desangriane e altri elementi poi trasferiti altrove …

 

Fine prima parte.

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