Società

Figli di Portici famosi: Pasquale de Servis

di Stanislao Scognamiglio

Si parla spesso di  personaggi porticesi per nascita dei quali si sta perdendo il ricordo. Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Pasquale de Servis è nato a Portici, il 5 ottobre 1818.

Ritenuto figlio «… naturale di Francesco 1 di Borbone delle Due Sicilie», è figlio primogenito del medico Romolo de Servis e «… di una domestica della Reggia di Caserta, Angela Fiorini», poi trasferita in servizio tra la servitù della Reggia di Portici.

Al termine degli studi elementari tenuti presso la scuola parrocchiale, per interessamento della madre presso il re, è entrato alla Scuola militare per sottoufficiali borbonici di Napoli. Avviato alla carriera militare, per quattro anni, ha frequentato con merito gli studi nel settore del genio e delle costruzioni militari d’armi bianche e da fuoco. Cadetto volontario, uscito dalla Scuola con il grado di secondo sergente del Genio Militare, è stato assegnato al comando del Genio pontonieri di Capua.

Nel 1832, ha partecipato alla costruzione dello splendido ponte sospeso in ferro sul fiume Garigliano. Distintosi nell’esecuzione dei lavori per la realizzazione del ponte Real Ferdinando, ha ricevuto la croce di cavaliere del Reale Ordine di Francesco I di Borbone.

Inoltre, per l’impegno profuso nella fabbricazione e nella prova dei cannoni da campagna, ha ottenuto l’ammissione al corso di ufficiale del Genio presso la Real Accademia militare della Nunziatella.

Promosso Alfiere (= Sottotenente) del Genio Militare Ferroviario Borbonico, ha portato a termine le stazioni ferroviarie di Castellammare di Stabia, nel 1842, e quella di Caserta, nel 1843 e ha completato  il tronco ferroviario di Nocera, nel 1844. L’aver contribuito al compimento di queste opere, gli è valsa la promozione a tenente del Genio.

Nell’aprile del 1848, ha preso parte alle operazioni militari contro i ribelli locali, in Calabria e a Messina. Nel febbraio del 1849, per il valore mostrato in quest’operazione bellica, è stato decorato «… con medaglia e una croce di cavaliere di prima classe al merito di guerra nell’ordine cavalleresco borbonico di Francesco I».

Nel 1850, ferito a Messina, ha ottenuto il congedo dall’esercito.

Abbandonata la carriera militare, ritorna nella natia Portici, dove ha condotto un’esistenza molto modesta. È sopravvissuto, infatti, con i soldi derivati dal congedo dall’esercito e dal lavoro come aiutante del fratello farmacista nella farmacia aperta dal padre. Con il fratello ha collaborato nella preparazione «… di elisir, unguenti, medicamenti, medicine con le erbe». Con il genitore, invece, ha cooperato nella «… cura degli ammalati, ciò grazie alla conoscenza della medicina ermetica».

Nel residuo tempo libero, ha frequentato le biblioteche delle regge «… di Napoli e di Portici, in quella del regio esercito a Castel Nuovo, di Santa Chiara e della chiesa dei Girolamini».

Interessato a diverse discipline ha studiato «… su trattati di chimica e fisica naturale, di erboristeria medica, di botanica, di zoologia, di medicina, su quelli medici per rimedi vari di guarigione e di ipnosi», con il padre e con il fratello ha approfondito la conoscenza degli argomenti studiati.

Allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza italiana, «… per le sue simpatie Carbonare, è partito volontario per andare a combattere contro gli Austriaci in Lombardia». Deluso dall’esito del conflitto, si è ritirato prima a Torino e in seguito è emigrato a Parigi. Nella capitale francese ha incontrato: il principe Michele Capecelatro, originario di San Paolo Belsito, patriota fuoriuscito da Napoli, il barone Nicola Giuseppe Spedalieri, attivo martinista di Catania, l’avvocato e letterato Giustiniano Lebano, esule politico e instancabile studioso di esoterismo, nativo di Torre Annunziata.

Rientrato a Portici nel 1860, con Giustiniano Lebano, ha risieduto in un appartamento in via Parrocchia, l’odierna via Ernesto della Torre. Ritiratosi a vita privata, ha trascorso un’esistenza molto modesta, amorevolmente accudito dalla signora Gaetana Argano, coniugata Formisano, madre di Ciro Formisano, il futuro celebre Giuliano Kremmerz.

Impenitente scapolo, nel 1861, è stato presente alla nascita di Ciro Formisano, evento che ha suscitato qualche pettegolezzo sulla sua presunta paternità. Nonostante ciò, da allora, quale precettore, ha allevato il ragazzo come un figlio e l’ha introdotto alle tradizioni alchemiche e occulte che lui praticava.

Attirato «… dalla tradizione della Schola napolitana di Giordano Bruno, ai culti dell’antico Egitto dei faraoni, alla reincarnazione», è divenuto discepolo di don Antonio Marino Abate, abate agostiniano di San Giovanni a Carbonara.

Dal suo maestro è stato nominato Gran Maestro dell’Ordine Martinista Napolitano, con lo pseudonimo Izar bne Escur, e ha acquisito «… il Governo Spirituale della Fratellanza Hermetica del Rito Egizio Tradizionale che sotto la guida del Marino aggiunse la denominazione di Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, avendo sommato al suo già cospicuo tramando, anche gli insegnamenti occulti di Eliphas Levi provenienti dalla Francia».

Seguace alchimista della Scuola Napoletana Occulta o Scala di Napoli, fondata nel ’700 da Raimodo de Sangro, principe di Sansevero, continuata da suo figlio Vincenzo de Sangro e dai suoi cugini Luigi d’Aquino, conte di Caramanico, Francesco Maria Venanzio d’Aquino, principe di Caramanico, Paolo d’Aquino, principe di Patera e Pietro d’Aquino, conte di Caramanico, è stato custode della Tradizione Massonica Napolitana.

Ermetista di grande spessore, ha custodito e tramandato gli Arcana Arcanorum. Compiuto il suo «… Grande Magistero, ha trasmesso la Guida Spirituale e la Continuità Ermetica ed Operativa del Rito al suo Discepolo il Fratello Don Giustiniano Lebano», conosciuto con il nome iniziatico Sairtis Hus, con cui è restato in contatto a Portici fino al 1870.

Tra gli interessi coltivati, l’astrologia ha occupato un posto di rilievo. Identificato correttamente, con «l’anonimo napoletano» è stato autore delle «Lunazioni» pubblicate poi dal suo discepolo Giuliano Kremmerz.

All’età di settantacinque anni, Pasquale de Servis muore a Portici, in casa Formisano di cui è ospite, alle ore 16.30 del 28 febbraio 1893.

I suoi resti sono sepolti sotto la chiesa madre del camposanto di Portici, in un loculo della cappella sotterranea, fatta erigere dal padre Romolo per conservare le spoglie mortali della sua famiglia.

 

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